Il cuore delle Fiandre, in Belgio, non è solo una meta ricca di città d’arte e cioccolato, ma anche un luogo dove la storia ha lasciato un segno profondo, trasformando un intero territorio in un simbolo universale di memoria e pace. Parliamo dei Flanders Fields, le Fiandre Occidentali, epicentro della Prima Guerra Mondiale, oggi una destinazione che attira chi desidera percorrere itinerari lenti, toccare con mano le vestigia del passato e comprendere come la bellezza possa convivere con il ricordo. Un viaggio che, dall’emblematica città di Ypres ai vasti campi di papaveri, conduce alla scoperta di un’eredità storica di inestimabile valore, recentemente riconosciuta anche dall’UNESCO.
Fiandre, Belgio.
Il cuore delle Fiandre, in Belgio, non è solo una meta ricca di città d’arte e cioccolato, ma anche un luogo dove la storia ha lasciato un segno profondo, trasformando un intero territorio in un simbolo universale di memoria e pace. Parliamo dei Flanders Fields, le Fiandre Occidentali, epicentro della Prima Guerra Mondiale, oggi una destinazione che attira chi desidera percorrere itinerari lenti, toccare con mano le vestigia del passato e comprendere come la bellezza possa convivere con il ricordo.
Un’eredità mondiale: l’iscrizione UNESCO
Ogni anno, l’11 novembre, il mondo si ferma per il Remembrance Day, la giornata che commemora la fine del conflitto. Ma nei Flanders Fields, la memoria è un fatto quotidiano. Non è un caso che i cimiteri e i memoriali del fronte occidentale siano stati recentemente riconosciuti come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, un’iscrizione che ne attesta l’inestimabile valore storico e umano. Questa regione, celebre per i suoi estesi campi di papaveri rossi, diventati l’emblema della guerra, offre un viaggio intimo tra silenzi, natura e arte, perfetto per chi cerca un turismo consapevole.

Ypres, la città rinata e il tributo ai caduti
Punto di partenza ideale per questo viaggio è Ypres, una città che incarna la ricostruzione e la resilienza. Completamente rasa al suolo durante la guerra, Ypres è rinata ed è oggi il cuore pulsante dei Flanders Fields. La visita non può che iniziare dal Museo In Flanders Fields, un luogo imperdibile che racconta la Grande Guerra con una prospettiva profondamente umana. Attraverso oltre cinquecento oggetti originali e le testimonianze di soldati, civili, scrittori e artisti, il museo offre una narrazione commovente degli eventi e delle tragedie vissute al fronte.
Poco distante dal centro storico si trova la maestosa Porta di Menin (Menin Gate Memorial to the Missing), che riporta incisi i nomi di oltre 55.000 caduti del Commonwealth mai identificati. Qui, ogni sera, la città si ferma per la suggestiva Cerimonia del Silenzio. Alle otto in punto, la solenne Last Post risuona sotto l’arco, un tributo che si rinnova ininterrottamente dal lontano 1928, rappresentando uno dei momenti più intensi e toccanti dell’intera regione.

Trincee e memoriali: l’impatto umano della guerra
Per chi vuole un punto di vista panoramico e toccante sull’estensione del fronte, la tappa successiva è la Torre Yser a Diksmuide.
Alta 84 metri e con 22 piani espositivi, questa imponente struttura è un monumento-museo dedicato alla pace, che offre dalla sua sommità una vista a 360 gradi sulle vecchie trincee e sul paesaggio circostante. Una prospettiva che offre un commovente spaccato delle condizioni di vita durante i conflitti.
Tra i 247 cimiteri commemorativi della regione, meritano una visita in particolare il Cimitero di Tyne Cot e quello di Lijssenthoek. Non sono semplici luoghi di sepoltura, ma vasti patrimoni storici che offrono una testimonianza tangibile del profondo e vasto impatto umano delle vicende belliche del passato. Essi costituiscono tappe fondamentali per comprendere la portata della tragedia.

Poperinge: l’arte come rinascita e leggerezza
La memoria, tuttavia, non esclude l’arte. A Poperinge, la Casa Museo di Lucien De Gheus introduce un elemento di leggerezza e creatività nel viaggio. Lo scultore e ceramista fiammingo ha trasformato la sua abitazione in una vera e propria opera d’arte, curandone ogni dettaglio architettonico e decorativo.
Oggi aperta ai visitatori, la casa-museo permette di passeggiare tra l’atelier, il giardino e gli spazi abitativi, ammirando opere importanti come la Grande statua bianca, figura femminile colta in un passo di danza che, nel 1953, valse a De Gheus un riconoscimento fondamentale e che incarna perfettamente la grazia e la leggerezza del suo stile.

Slow Travel e natura: le Iconic Routes delle Fiandre
L’esperienza nei Flanders Fields è in definitiva un invito a rallentare. Il paesaggio, che ha assorbito il dramma del passato, restituisce oggi una pace intensa, ideale per il slow travel.
Ci si può lasciare guidare dal ritmo lento delle passeggiate tra i campi o dalle pedalate lungo gli itinerari ciclabili. In particolare, l’itinerario ciclabile “14-18” – una delle Iconic Routes delle Fiandre – si snoda per cento chilometri tra dolci colline, piccoli villaggi, bunker e vecchie trincee, offrendo il modo più autentico per entrare nel cuore di questi territori sospesi tra memoria e natura. Un viaggio che è un omaggio alla storia e, soprattutto, alla vita che rinasce.
INFO
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Credit photo dall’alto: © Jan D’Hondt Ateljé (2). © Pieter De Kersgieter. © Bart Heirweg, Westtoer. © Jan D’Hondt Ateljé. Courtesy of VISITFLANDERS – Ente del Turismo delle Fiandre.




