Dopo Mia mamma è una marchesa Ippolita Baldini torna a teatro con Una marchesa ad Assisi, secondo capitolo della storia di Roberta. Tra serio e faceto l’attrice e autrice racconta la sua conversione, iniziata su un’isola greca e consolidata tra i frati francescani di Assisi: un esempio raro di comicità a tratti esilarante, capace di veicolare messaggi importanti
Melzo (MI), Italia
Roberta Ippolita Lucia Baldini (questi i tre nomi di battesimo dell’attrice) porta in scena, venerdì 7 novembre, al Teatro Trivulzio di Melzo – sold out – il suo Una marchesa ad Assisi.
Lucy
La poliedrica artista, nota al pubblico televisivo come Lucy, impiegata alle poste di Truccazzano, in procinto di sposarsi dopo una lunga vita sfortunata in amore, è molto di più e lo racconta senza filtri in questo spettacolo autobiografico ad atto unico, a tratti esilarante, a tratti coraggiosissimo.
Roberta
Roberta cambia volto come cambia abito, con l’aiuto di alcuni semplici strumenti di scena, due sedie e un paravento, e di alcune canzoni e cambi luci che sottolineano i diversi momenti drammatici.
Con eleganza ed ironia tratteggia la sua conversione da una vita inquieta, costantemente preda dell’indecisione e single, ad una vita riempita di significato dalla scoperta sensazionale che Gesù la ama infinitamente (“Forse ama anche voi ma insomma non so – recita la protagonista – sicuramente ama me!”).

Il contesto nobile
Non mancano simpatiche frecciatine al contesto nobile dal quale proviene (l’interpretazione della madre, la signora Flavia, è quanto mai fedele alla realtà, cosa che non avrebbe mai fatto se, come dichiara in un’intervista, la madre e l’intera famiglia non fossero dotate di autoironia) e all’ambiente televisivo impregnato di marciume.
L’ambiente francescano
Ma non mancano neanche riferimenti comici alle iniziative francescane, in particolare al corso fidanzati (o “fidánzati”, che dir si voglia: è nota la frequentazione dello stesso sia da parte di coppie che si preparano al matrimonio sia da parte di single in cerca dell’anima gemella) e alla marcia francescana, che raccoglie persone diciamo “varie” in cerca di Dio.
Non offende mai ma neanche edulcora Ippolita Baldini, che riesce sorprendentemente a riempire i teatri parlando di Cristo, senza appesantire chi la va a vedere per godersi un’ora e mezza di intrattenimento ma anche rincuorando chi, come lei, conosce bene la sensazione di voler portare il “lieto annuncio” dappertutto e sentirsi rispondere, che so?, con la descrizione dell’ultimo film porno visto (il riferimento non è casuale).

Marta
Geniali le incursioni nel Vangelo in cui, per esempio, interpreta Marta, sorella di Lazzaro, “imbrutta ante litteram”, che organizza un aperitivo con la sua amica a Betania alle 19 (“Ma no meglio 19.30, perché sono piena rasa”) e quando arriva il Maestro con i Dodici non resiste, va a salutarli (“Di che segno sei? Ma come non lo sai! Quando sei nato? Il 25 dicembre? È la Festa della luce: top!”) e li invita tutti a cena a casa, dove se la prende con la sorella Maria che non fa mai niente per aiutarla.
Se è vero che la risata allunga la vita, questo spettacolo aiuta senz’altro, con il vantaggio, oltretutto, di non lasciare l’amaro in bocca una volta passato il divertimento bensì una piacevole consapevolezza: a volte basta ballare il ballo della vita per scoprire che si può essere felici qui e lì, ad Assisi come nel jet set, sotto le luci della ribalta come a casa propria.
Photo Elena Borravicchio




