Recco, città della Focaccia col Formaggio IGP, ha ospitato il convegno “Fattore Comune” (21-22 novembre 2025) per celebrare l’identità enogastronomica territoriale. Lucio Bernini ha evidenziato come le certificazioni siano la chiave per la qualità artigianale. Eleonora Iacovoni del Masaf ha confermato l’Italia come leader nella “DOP Economy” grazie ai suoi 894 prodotti protetti. L’evento ha riunito eccellenze da tutta Italia, e Carlo Siffredi ha celebrato la recente IGP delle Olive Taggiasche, invitando a una maggiore valorizzazione dell’olio di qualità presso i consumatori.
Recco, Italia.
Recco, sede dell’eccellenza e della Focaccia IGP
Chi dice Recco dice due cose: la gloriosa Pro Recco (la squadra di pallanuoto più titolata al mondo) e la squisita Focaccia col Formaggio di cui Recco custodisce i segreti di produzione, condivisi solo con le vicine Camogli, Sori e Avegno. In quest’angolo di Liguria si produce un’eccellenza gastronomica italiana ben nota, un prodotto che ha resistito a mediocri tentativi di imitazione in Italia e all’estero, grazie a un Consorzio che ne ha garantito la qualità e ha ottenuto la certificazione europea di Indicazione Geografica Protetta (IGP).

“Fattore Comune”: il Convegno sull’Identità Territoriale
Non è un caso dunque che proprio a Recco si tenga da vari anni un convegno che è prima di tutto un confronto di buone pratiche e tradizioni alimentari fra territori italiani: “Fattore Comune: quando il prodotto è sinonimo di un territorio”. Il 21 e 22 novembre 2025 si sono confrontati a Recco produttori, esperti, sindaci e giornalisti di enogastronomia, riguardo all’identità gastronomica e culturale dei territori invitati a raccontare le storie dei loro prodotti.
Il valore delle certificazioni e la “DOP Economy”
A fare gli onori di casa agli ospiti è stato Lucio Bernini, responsabile del Consorzio della Focaccia di Recco col Formaggio. Bernini ha sottolineato l’importanza dello spirito di artigianalità nel lavoro dei produttori presenti al convegno: «i bollini IGP, DOP, DOC e DOCG garantiscono al consumatore la fedeltà alle regole del disciplinare, la tracciabilità degli ingredienti, le procedure di qualità che escludono le imitazioni fatte fuori dai territori. È questo il segreto dell’eccellenza italiana nell’agroalimentare: il legame certificato fra il prodotto e il territorio».
Di grande interesse l’intervento sulla “DOP Economy” di Eleonora Iacovoni, Direttore Generale per la promozione della qualità agroalimentare del Masaf (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste). «La Dop Economy è in grande crescita ovunque in Europa e l’Italia è il modello a cui gli altri guardano, la protagonista assoluta di questa crescita. Ad oggi, compresi i vini, sono 894 i prodotti agroalimentari italiani riconosciuti di grande qualità dall’Unione Europea, con un aumento del 3,5 % all’anno. È questo il nostro petrolio», aggiunge Eleonora Iacovoni. «Noi, cioè i Consorzi di tutela e il nostro Ministero, abbiamo un ruolo fondamentale: siamo i difensori del Made in Italy nel mondo».

Una vetrina di Specialità Italiane da Nord a Sud
Sul palco dell’edizione 2025 di Fattore Comune sono sfilati numerosi altri ospiti: dai pugliesi del Pane di Altamura DOP agli umbri del Prosciutto di Norcia IGP, dai veneti della Casatella Trevigiana DOP e dei Marroni del Monfenera DOP, ai toscani dei Ricciarelli di Siena (primo dolce in Italia a ottenere la IGP nel 2010) e dello Zafferano di San Gimignano DOP, fino ai lombardi del Salame d’Oca di Mortara IGP e ai piemontesi del Passito di Strevi DOCG. Senza contare ovviamente i liguri che giocavano in casa: l’Olio DOP Riviera Ligure, il Basilico Genovese DOP, mentre Taggia figurava con ben due prodotti, il Moscatello di Taggia DOC e le Olive Taggiasche.

Carlo Siffredi e la riflessione sul consumo di olio di qualità
Il Presidente dell’Associazione Produttori Olive Taggiasche, Carlo Siffredi, ha festeggiato il recentissimo conseguimento della IGP, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea il 5 ottobre 2025. Siffredi ha poi aggiunto una considerazione: «Il consumatore spende volentieri 20 € per una bottiglia di vino, quando vuole bere bene. Perché allora non spende altrettanto volentieri 20 € per una bottiglia di olio? In realtà condire bene un cibo è fondamentale e il consumatore italiano deve venire informato meglio sia sul lavoro di qualità che c’è dietro a un olio buono sia sulla persistenza del prodotto. Intendo dire», conclude Carlo Siffredi, «che la bottiglia da un litro d’olio viene consumata molto più lentamente di una bottiglia di vino, e quindi il costo per una famiglia è molto più distribuito nel tempo. Risultando più basso».
L’appuntamento con “Fattore Comune” è per l’anno prossimo, sempre a Recco, con nuovi ospiti ma lo stesso spirito: continuare la battaglia per la qualità sulle nostre tavole.
Testo e foto a cura di Marco Restelli




