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“Appiani. Il Neoclassicismo a Milano”: la riscoperta del primo pittore Napoleonico

A Milano, Palazzo Reale si immerge nel Neoclassicismo con la mostra dedicata ad Andrea Appiani (Milano, 1754 – 1817), in scena dal 23 settembre 2025 fino all’11 gennaio 2026. Un omaggio a una figura centrale di questa corrente artistica in Italia e protagonista assoluto della pittura a cavallo tra Illuminismo e Impero. Un grande ritorno per celebrare un esponente molto amato all’epoca, da riscoprire dettagliatamente.

Milano, Italia.

A Milano, Palazzo Reale si immerge nel Neoclassicismo con la mostra dedicata ad Andrea Appiani (Milano, 1754 – 1817), in scena dal 23 settembre 2025 fino all’11 gennaio 2026. Un omaggio a una figura centrale di questa corrente artistica in Italia e protagonista assoluto della pittura a cavallo tra Illuminismo e Impero. Un grande ritorno per celebrare un esponente molto amato all’epoca, da riscoprire dettagliatamente.

L’esposizione

L’esposizione offre uno sguardo completo e profondo sulla produzione artistica e sull’identità intellettuale del ‘primo pittore’ del Regno d’Italia napoleonico, insignito di medaglie onorifiche come la Légion d’honneur, definito il “pittore delle Grazie”, figura chiave del neoclassicismo milanese e nazionale. La sua raffinata, armoniosa arte è stata al centro di commissioni religiose, aristocratiche e politiche. Celebre soprattutto nel periodo napoleonico, la sua produzione spazia dagli affreschi monumentali, ai ritratti, alle medaglie, con uno stile unico, riconosciuto per equilibrio, grazia e rigore formale.

Oltre 100 opere da collezioni internazionali

I curatori insieme al comitato scientifico hanno selezionato un corpus di oltre 100 opere, riunito grazie ai prestigiosi prestiti da alcune tra le più grandi collezioni internazionali – tra cui il Louvre, il Musée Carnavalet e lo Châteaux de Malmaison et Bois-Préau di Parigi, il Musée National des Châteaux de Versailles – e da numerose collezioni italiane. In particolare, dipinti e disegni di altissima qualità, provenienti dal patrimonio delle raccolte dei musei milanesi tra cui la Pinacoteca del Castello Sforzesco, la Pinacoteca e l’Accademia di Brera, la Galleria d’Arte Moderna, e opere dai Musei Civici di Brescia, da Villa Carlotta e da collezioni private.

Il comitato scientifico è composto dai curatori Fernando Mazzocca, Francesco Leone e Domenico Piraina, insieme a Alessia Alberti, Rémi Cariel, Emanuela Carpani, Elisabeth Caude, Simone Percacciolo, Mariangela Privitera, Xavier Salmon, Paola Strada, Francesca Tasso, Paola Zatti.

Primo pittore Napoleonico

Divenuto ‘primo pittore’ di Napoleone in Italia, Appiani ha raccontato con raffinatezza e potenza espressiva la parabola politica e culturale di un’intera epoca. Lo ha fatto immortalando Napoleone nei momenti salienti della sua ascesa – dalla prima Campagna d’Italia all’apoteosi imperiale – e realizzando ritratti intensi e sofisticati di figure chiave della vita culturale milanese, come Parini, i fratelli Verri, Monti, Foscolo, e della corte imperiale, tra cui Joséphine de Beauharnais, rappresentata con la stessa grazia e dignità riservata alle divinità classiche.

Il legame tra Appiani e Milano

Innumerevoli i luoghi di Milano che portano la firma di Appiani e testimoniano il profondo legame tra artista e città, quasi a costituire un vero e proprio “itinerario appianesco”: la magnifica cupola affrescata tra il 1792 e il 1795 della chiesa di Santa Maria presso San Celso, recentemente restaurata; la Villa Reale con il Parnaso del 1811; i palazzi privati come Palazzo Greppi, Palazzo Orsini, Palazzo Arconati Busca Visconti, Palazzo Lucini Passalacqua poi Bergamasco; la vicina Reggia di Monza, dove Appiani nel 1792 realizzò nella Rotonda gli affreschi con le Storie di Amore e Psiche.

L’artista raccontato nelle sue varie sfaccettature

Nonostante la fama e l’omaggio resogli da Bertel Thorvaldsen nel 1826 con il Monumento nell’atrio della Pinacoteca di Brera, la figura di Appiani è rimasta lungamente relegata ai margini della memoria storico-artistica. La mostra intende dunque colmare una lacuna nella storia delle esposizioni – l’unica parziale monografica dedicata ad Appiani è quella milanese del 1969 – raccontando l’artista non solo nella sua dimensione più nota, attraverso dipinti, affreschi, architetture celebrative, ma anche in quanto ‘creatore’ di oggetti d’arte nel senso più ampio del termine, come testimonia una vasta produzione di bozzetti e disegni per mobilio nobiliare, medaglie o decorazioni per sportelli di carrozze.

Percorso espositivo a Palazzo Reale

Il percorso di visita è allestito nelle sale dell’Appartamento dei Principi e nella Sala delle Cariatidi per cui l’artista realizzò decorazioni, sia in epoca asburgica che napoleonica, che hanno contribuito in modo decisivo alla definizione dell’apparato rappresentativo di Palazzo Reale.

L’esposizione si sviluppa in dieci sezioni che spaziano dall’immagine dell’artista, con alcuni ritratti provenienti dal Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco e dalla GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano, all’età dei Lumi, con i ritratti di Parini e dei protagonisti dell’Illuminismo milanese. Ci si immerge poi nelle storie della mitologia classica, con le tele dedicate a Venere e gli affreschi dedicati ad Apollo, provenienti dalla Pinacoteca di Brera e da collezioni private, che hanno valso ad Appiani l’appellativo di “pittore delle Grazie”, erede di Raffaello e Correggio, per la sua capacità di esprimere la bellezza ideale e armoniosa. Si prosegue nella sezione dedicata alla pittura religiosa, con i disegni per la produzione destinata alla Chiesa di San Celso.

A concludere il percorso sono le monumentali opere celebrative della stagione napoleonica: giunge dal Louvre il cartone degli affreschi dell’Apoteosi di Napoleone che decorano la Sala del Trono; firmato da Appiani, il grande disegno è esposto nella Sala del Lucernario e fa da preambolo ai Fasti di Napoleone, installati nella Sala delle Cariatidi: un imponente apparato decorativo formato da 35 dipinti raccolti in 20 nuclei tematici, perduto e qui ricomposto insieme al ballatoio su cui poggiava e correva per tutto il perimetro. Il capolavoro è ricostruito temporaneamente grazie a un allestimento di immagini su tela, realizzato sulla base delle preziose lastre fotografiche conservate nel Civico Archivio Fotografico del Castello Sforzesco e grazie alle incisioni di Giuseppe Longhi (1766 –1831), volute dello stesso Bonaparte.

Una parte delle opere esposte rimarrà nell’allestimento permanente del Palazzo a rafforzare l’identità di luogo di rappresentanza e raffinato scrigno d’arte. In particolare le Lunette di Appiani, originarie della Sala del Trono e oggi a Villa Carlotta di Como, saranno parte integrante della futura ricostruzione della stessa sala, in un progetto che verrà realizzato nei prossimi anni. Altre opere andranno ad arricchire le sale storiche del Palazzo, come i due importanti vasi neoclassici provenienti da Villa Reale di Milano, copie del Vaso Medici e del Vaso Borghese, i cui originali di epoca romana sono conservati al Louvre e agli Uffizi. E ancora è stato ricomposto nella sala d’origine – Sala della Lanterna – il Trittico di Apollo e Diana: un orologio e due candelabri, provenienti dai depositi della Soprintendenza di Milano, sempre parte del prezioso arredo napoleonico realizzato dai fratelli Manfredini (esemplari gemelli dei candelabri sono oggi esposti al Victoria & Albert di Londra).

La realizzazione della mostra

Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, Civita Mostre e Musei, Electa e MondoMostre, la mostra è stata realizzata in partnership con lo Châteaux de Malmaison et de Bois-Préau, il Grand Palais di Parigi e il Louvre e in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Milano, la Pinacoteca di Brera e Villa Carlotta. Curata da Francesco Leone, Fernando Mazzocca e Domenico Piraina, l’esposizione mira a ricostruire il percorso artistico di Andrea Appiani attraverso opere provenienti da collezioni italiane e internazionali, restituendo l’immagine della vitalità culturale della Milano neoclassica.

L’iniziativa è sostenuta da Fondazione Bracco e da Biofer Spa e rientra nel programma dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026.

INFO

Per informazioni e dettagli, consultare www.palazzorealemilano.it

Foto Vincenzo Bruno, Courtesy of Ufficio Stampa Electa

Alessandra Chianese

Alessandra Chianese

Nata e vissuta in provincia di Napoli, è da sempre appassionata di arte, di cultura, di moda e del buon cibo italiano. Giornalista, fin da piccola mostra un costante interesse per l’attualità e la politica, determinanti nella sua scelta di vita professionale. Amante delle lingue, adora viaggiare, scoprire nuovi posti e allargare i propri orizzonti. La frase che più la rispecchia è un passo scritto dal grande poeta Dante: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

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