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Preraffaelliti. Rinascimento moderno: la grande mostra al Museo Civico San Domenico di Forlì

Preraffaelliti. Rinascimento moderno è un’imperdibile mostra in scena dal 24 febbraio al 30 giugno 2024: un’occasione unica per scoprire un’epoca storica e artistica assolutamente memorabile. L’esposizione va in scena al Museo Civico San Domenico di Forlì e si propone di stupire gli spettatori attraverso oltre 300 opere tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, mobili, ceramiche, opere in vetro e metallo, tessuti, medaglie, libri illustrati, manoscritti e gioielli.

Forlì, Italia.
Dal 24 febbraio al 30 giugno 2024 la mostra Preraffaelliti. Rinascimento moderno, diretta da Gianfranco Brunelli e a cura di Elizabeth Prettejohn, Peter Trippi, Cristina Acidini e Francesco Parisi, con la consulenza di Tim Barringer, Stephen Calloway, Charlotte Gere, Véronique Gerard Powell e Paola Refice, si presenta come un’occasione unica per scoprire un’epoca storica e artistica assolutamente imperdibile. L’esposizione va in scena al Museo Civico San Domenico e si propone di estasiare e incantare gli spettatori attraverso oltre 300 opere tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, mobili, ceramiche, opere in vetro e metallo, tessuti, medaglie, libri illustrati, manoscritti e gioielli. La mostra mira infatti a narrare la storia delle tre generazioni di artisti associati o ispirati al movimento Preraffaellita, ricostruita attraverso un viaggio intorno al mondo nelle più prestigiose collezioni e musei.

La scelta delle opere

La scelta delle opere in mostra ricostruisce le radici ottocentesche dei Nazareni e di Ruskin, estendendosi fino all’eredità novecentesca. Colonna portante della riflessione è stata la volontà di mettere in atto il confronto diretto tra gli artisti moderni e i maestri italiani dal Trecento al Cinquecento, evidenziando come lo sguardo al Rinascimento storico sia stata la premessa per questo nuovo Rinascimento artistico. I Preraffaelliti attinsero infatti a un’ampia gamma di influenze ed elementi storici, in momenti diversi si ispirarono all’arte e all’architettura gotica veneziana, a Cimabue, oltre che a maestri del Rinascimento, come Botticelli e Michelangelo, rivolgendosi infine con altrettanto entusiasmo all’arte veneziana del XVI secolo di Veronese e Tiziano.

Altra peculiarità della mostra è l’attenzione per le importanti figure femminili che animarono la Confraternita. Le opere di artisti come Rossetti, Leighton e Burne-Jones presentavano figure femminili dalla sensualità enigmatica, passioni tristi e bellezza sfuggente che entrarono indelebilmente nell’immaginario collettivo collegato al movimento. Ma donne come Elizabeth Siddal, Christiana Jane Herringham, Beatrice Parsons, Marianne Stokes o Evelin de Morgan non furono solo muse, ma contribuirono attivamente a plasmare l’identità estetica dei sodali con una produzione che è qui ampiamente rappresentata nell’esposizione forlivese.

Il percorso espositivo

Il percorso si apre con una sezione dedicata direttamente ai maestri italiani con opere di artisti come Cimabue, Beato Angelico, Filippo Lippi, Luca Signorelli e Botticelli, in modo da far immergere subito il visitatore nella cultura visiva a cui ha guardato il Preraffaellismo.

La sezione successiva è invece dedicata al Revival Gotico, e ospita opere di John Rorgers Herbert e William Dyce, diretti precursori dei pittori preraffaelliti. Ma è presente anche una serie di disegni di architetture italiane realizzati da John Ruskin, critico d’arte, poeta e pittore, appassionato dell’architettura di Venezia, che ebbe un ruolo fondamentale per il movimento preraffaellita e di cui fu teorico di riferimento. Seguono le prime opere della “Confraternita preraffaellita”, per poi procedere con John Everett Millais, William Holman Hunt, Walter Deverell e Charles Allston Collins, mentre la sala degli affreschi è interamente dedicata a Edward Burne-Jones, di cui si può ammirare la Small Briar Rose Series e l’incompiuta Venus Discordia. Queste tele documentano la forte influenza esercitata dai capolavori di Michelangelo che l’artista ebbe modo di studiare nel 1871 quando, nel suo terzo viaggio in Italia, realizzò anche copie fedelissime degli affreschi della Cappella Sistina. Ecco perché completano la sezione disegni dello stesso Michelangelo, accanto ad opere notevoli di Bernardino Luini, Filippino Lippi e Cosimo Rosselli.

La successiva sezione dedicata alle arti applicate si propone di mostrare che cosa si intendesse già a quel tempo per “arte diffusa”. Vi si trovano i primi esempi di carta da parati disegnata da William Morris per la Morris & Co, fondata nel 1861, e altri preziosi oggetti che fanno parte del Revival Rinascimentale che caratterizzò il gusto britannico dell’epoca.

Si procede con sezioni dedicate alla pittura di Dante Gabriel Rossetti, che interpreta con le sue figure femminili un tema caro ai Preraffaelliti, per i quali la donna è figura bivalente: dell’amore essa infatti incarna tanto la vita edonistica quanto la forza distruttiva, dualità che rende manifeste le fragilità umane su cui si interroga il Preraffaellismo.

Nelle stanze successive troviamo la sezione dedicata alle opere di George Frederic Watts e di Frederic Leighton, che fu presidente della Royal Accademy e svolse un ruolo straordinario nel diffondere la cultura italiana in Gran Bretagna, le cui opere sono messe a confronto con quelle di Paolo Veronese e Tiziano.

Ad aprire l’ultima parte dell’allestimento sono gli artisti che esposero alla Grosvenor Gallery, fondata nel 1877 come alternativa progressista alla Royal Accademy, ossia tele di Evelyn De Morgan, John Roddam, Spencer Stanope, Fred Appleyard, Phoebe Anna Traquair, opere decorative di William De Morgan e Walter Crane, sculture di Alfred Gilbert e William Reynolds-Stephens. Inoltre, sono presenti Charles Ricketts e Charles Shannon, spesso citati nei cataloghi ma raramente approfonditi.

Il percorso si conclude con una sezione dedicata agli artisti italiani, che subirono la fascinazione per le tendenze neorinascimentali attraverso i progetti architettonici come la Galleria Vittorio Emanuele a Milano (1865) e i portici di Piazza della Repubblica di Firenze (1885-95), oppure da opere d’arte decorative come i mobili presentati alle esposizioni universali.

Il progetto

La mostra, organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forli in collaborazione con il Comune di Forli, è accompagnata da un catalogo pubblicato da Dario Cimorelli Editore, con saggi dei curatori e contributi dei co-curatori ospiti. Il percorso espositivo si articolerà all’interno della Chiesa di San Giacomo e delle grandi sale che costituirono la biblioteca del Convento di San Domenico.

Il progetto di allestimento è curato dallo Studio Lucchi & Biserni che in questa esposizione utilizza il colore verde pavone, un colore caldo, avvolgente, contemplativo estratto dai quadri dei più importanti artisti del movimento Preraffaellita.

Partendo dalla grande Chiesa di San Giacomo, lo spazio è stato suddiviso tra la navata centrale, che diviene l’esposizione ideale dei capolavori del Tre-Quattrocento italiano, e la creazione di spazi laterali che sintetizzano i confronti tra le diverse generazioni dei Preraffaelliti e il Rinascimento.

All’interno della Cappella Albicini, sulla sinistra della imponente navata centrale, per la prima volta sono allestiti quattro grandi quadri di Robinson in relazione ad un video progettato per rendere immediato il raffronto con Piero della Francesca. Le luci focalizzeranno i dettagli sulle opere in funzione del particolare di riferimento sul filmato. Al centro la grande scultura bronzea del Perseo che collocata su una base circolare funge da cerniera dello spazio espositivo. L’abside è dedicata alla ripresa neo-medievale di Burne-Jones attraverso l’esposizione dei monumentali arazzi che narrano la leggenda del Sacro Graal.

All’interno del convento si dipanano 16 sezioni seguendo le lunghe gallerie con una serie di monoliti da cui emergono grandi vetrine, quadri e oggetti fino ad arrivare alla sala degli affreschi completamente riprogettata per rendere le opere assolute protagoniste. Due grandi totem a base triangolare si relazionano con le pareti circostanti e con due tavoli espositivi centrali rendendo lo spazio al contempo dinamico e contemplativo.

Tramite il grande scalone monumentale, sul quale è installata una grande parete con carta da parati disegnata dallo stesso Morris, si arriva al primo piano. Il percorso espositivo continua con un susseguirsi di gallerie e grandi sale, sempre con il verde pavone ad accompagnare i visitatori, enfatizzando i legami, le connessioni e lo sviluppo del movimento dei Preraffaelliti.

In fine come l’accesso è avvenuto tramite un tunnel purificatore, l’uscita vede un nuovo tunnel a manifestare il ritorno alla quotidianità, dopo un tuffo dell’anima nella bellezza.

Ancora una volta lo Studio Lucchi & Biserni ha lavorato per rendere gli spazi del Museo San Domenico e della Chiesa di San Giacomo rinnovati, dinamici e assolutamente integrati nella meravigliosa architettura del Complesso museale.

Mediafriends, arte e solidarietà

Anche l’arte cura la vita. Si conferma la preziosa collaborazione avviata nel 2016 tra la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e Mediafriends, l’Associazione Onlus di Mediaset, Mondadori e Medusa, nel segno di arte e solidarietà, grazie alla quale una parte del biglietto di ingresso alla mostra verrà devoluto per sostenere il progetto “Adotta un desiderio di Make-A-Wish Italia” scelto da Mediafriends e teso ad esaudire i desideri di bambini affetti da gravi patologie.

Le grandi esposizioni forlivesi

Le grandi esposizioni forlivesi che hanno visto, a partire dal 2005, eventi come Marco Palmezzano. Il Rinascimento nelle Romagne (2005-2006); Silvestro Lega. / Macchiaioli e il Quattrocento (2007); Guido Cagnacci. Protagonista del Seicento tra Caravaggio e Reni (2008); Antonio Canova. L’ideale classico tra scultura e pittura (2009); Fiori. Natura e simbolo dal Seicento a Van Gogh (2010); Melozzo da Forli.

L’umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello (2011); Wildt. L’anima e le forme da Michelangelo a Klimt (2012); Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre (2013); Liberty. Uno stile per l’Italia Moderna (2014); Boldini. Lo spettacolo della modernità (2015); Piero della Francesca. Indagine su un mito (2016); Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia (2017); L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio (2018), Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini (2019); Ulisse. L’arte e il mito (2020), Dante. La visione dell’arte (2021), Maddalena. Il mistero e l’immagine (2022), L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni 1789-1968 hanno portato 1.700.000 visitatori e un riconoscimento scientifico internazionale.

Le mostre L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio e Ulisse. L’arte e il mito hanno vinto l’oscar del Global Fine Art Awards rispettivamente nelle categorie Best Renaissance, Baroque, Old Masters, Dynasties – Group or Theme (5° edizione del premio, 2019) e Best Ancient (7° edizione del premio, 2021).

INFO
Per tutte le informazioni necessarie, consultare www.mostremuseisandomenico.it

Photo courtesy of Lara Facco P&C, Milano

Alessandra Chianese

Alessandra Chianese

Nata e vissuta in provincia di Napoli, è da sempre appassionata di arte, di cultura, di moda e del buon cibo italiano. Giornalista, fin da piccola mostra un costante interesse per l’attualità e la politica, determinanti nella sua scelta di vita professionale. Amante delle lingue, adora viaggiare, scoprire nuovi posti e allargare i propri orizzonti. La frase che più la rispecchia è un passo scritto dal grande poeta Dante: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

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