Serve ripensare all’ accoglienza turistica come frutto di evoluzione di esigenze, di necessità che riguardano non solo gli utenti ma anche sostenibile per l’ambiente stesso e l’economia. Un insieme complesso e di alto valore socio economico.
Milano, Italia.
2021 Progettare la Nuova Ospitalità, Elle Decor Italia, brand internazionale di design, interiors e architettura, apre l’anno con un convegno sul cambiamento del settore dell’hospitality nell’era pandemia e post-pandemia. Sul tavolo idee per affrontare nuova situazione e necessità.
Una sfida colta da Elle Decor Italia che si pone come obiettivo ricercare progetti d’autore dedicati alla relazione tra nuovi stili di vita ed evoluzione del settore.
Punto di partenza per la programmazione della nuova linea del turismo è “ l’importanza della sinergia tra istituzioni, associazioni di categoria, designer e imprenditori, la giornata di lavori ha visto proporre idee e nuove direzioni da intraprendere, a favore di un mondo che gioca un ruolo centrale nell’economia del Paese”. Il convegno ha raccolto infatti professionisti, architetti e stakeholder di vario tipo.
“Il concetto di hôtellerie è in costante evoluzione” ha spiegato Livia Peraldo Matton, direttore di Elle Decor Italia
I dati negativi dell’incoming
La situazione è stata illustrata dal Presidente di Enit, Agenzia Nazionale del Turismo, Giorgio Palmucci, “ L’anno appena trascorso sarà ricordato per la grande assenza dei visitatori internazionali (-71% rispetto al 2019) e dal forte impatto che questo vuoto avrà prodotto sulla spesa turistica (-30,2 mld di € rispetto al 2019). L’anno che ci aspetta, benché distante dai risultati del 2019, vedrà riaffacciarsi seppur timidamente i viaggiatori stranieri e una parte del mercato domestico entrambi desiderosi di voler tornare a visitare le nostre belle località”.
I numeri del calo sono più o meno simili in ciascun paese europeo.
Le nuove necessità
Per riprendere le redini dell’incoming e comunque della accoglienza occorre ripensarne profondamente le formule. Il solito concetto non resiste più all’ondata della pandemia. Pertanto le associazioni di categoria, attraverso la voce di Magda Antonioli, Direttore ACME dell’Università Bocconi di Milano, hanno presentato le macro tendenze economiche e sociali in atto: “Progettare una nuova ospitalità per il turismo italiano significa ripensare l’offerta ricettiva, tenendo conto e ascoltando i trends della nuova domanda e dei consumi in era post Covid e allo stesso tempo approfittarne per ridefinire e qualificare le nostre strutture” La ricetta prevede” Investimenti sia nelle strutture che nei modelli di governance, accrescere la produttività anche di sistema e a livello.
Il nel progetto di Elle Decor Grand Hotel, ha presentato la visione degli architetti” per affrontare con soluzioni innovativela differente sensibilità delle persone nei confronti dei luoghi dell’accoglienza e per dare la propria visione su l’ospitalità di domani.
Le proposte degli architetti
Piero Lissoni, uno fra i tanti esponenti di spicco del design, ha fatto il punto sugli aspetti territoriali del paese, con recuperi di aree minori e identità territoriali tipiche dell’italian way of living sono alcuni degli esempi proposti.
Questo momento di vacanza forzata per gli albergatori è l’occasione per “Ripensare gli spazi sulle nuove necessità della clientela” – ha affermato Maria Carmela Colaiacovo Vice Presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi “Soluzioni che richiedono attenzione ed investimenti per garantire un soggiorno sereno e in totale sicurezza”
Ne sono emersi spunti e soluzioni pragmatiche “ ma che rischiano di pesare ulteriormente sulle aziende già provate dalla crisi. Ancora una volta dobbiamo sollecitare Governo e Istituzioni per il potenziamento delle misure per la riqualificazione. Le nostre aziende hanno bisogno di aiuti per sopravvivere ma anche per una ripartenza bruciante quando finalmente si potrà tornare a viaggiare”.- conclude Maria Carmela Colaiacovo
Dal punto sulla situazione all’individuazione delle ipotesi concrete per Progettare l’hotel di domani. Nella la visione degli architetti, già coinvolti dal 2016 a oggi nel progetto di Elle Decor Grand Hotel. Ancora Piero Lissoni ha dichiarato che “Gli alberghi per noi sono sempre state creature complesse, disegnate come multidisciplinari e multifunzionali, progettate per fare diverse cose, così come fortemente legate e interconnesse con il luogo in cui sorgono. Il tutto viene poi cucito con l’architettura. La sostenibilità è sempre stata una richiesta specifica e connaturata ai nostri progetti, dall’utilizzo dell’acqua, alla gestione delle temperature oppure l’utilizzo corretto dei materiali, così come abbiamo sempre pensato alla costante sanificazione dei luoghi e al distanziamento naturale negli ambienti”.
Il post covid ridisegna gli spazi. Per Patricia Urquiola, sarà necessaria “maggiore integrazione tra architettura e interior design, in una compartimentazione tra spazi pubblici e spazi privati dove il verde avrà sempre maggiore rilevanza”. La proposta verte su un “hotel “emozionale” in grado di fornire esperienze per ospiti e per cittadini, supportato dalla tecnologia per l’erogazione di servizi personalizzati e capace di generare valore e lavoro per la comunità”.
Gestire le nuove istanze e le nuove percezioni degli utent è la priorità individuata da Patricia Viel “Le conseguenze dello shock culturale della pandemia travolgono soprattutto il mondo delle percezioni su sicurezza, rischio, rituali di condivisione molto meno le geometrie degli spazi o l’organizzazione delle funzioni. Il progetto dovrà trovare i sostituti del contatto con l’essere umano, con il cibo, con le cose, lavorando ad una modalità di integrazione che favorisca una routine di igienizzazione che non evochi il pericolo ma la cura, trovando nuove chiavi di intimità e di comfort”.
Per Lyndon Neri e Rossana Hu la soluzione verrebbe dall’idea di “Total Design” proposta da alcuni dei nostri predecessori, che sono alcuni dei grandi designer e pensatori del nostro tempo”.
“Timeless, Human, Simplicity” sono le parole chiave indicate da Matteo Thun e Antonio Rodriguez per “l’architettura e il design “conscious”, consapevole, garantiscono benessere fisico e mentale, favorendo la relazione tra le persone e l’ambiente.
Mentre il fulcro dell’architettura è l’”uomo”, secondo Roberto Palomba e Ludovica Serafini. Un “uomo centro di ogni nuovo sviluppo, per rigenerare attraverso il progetto di valorizzazione, il territorio e la sua economia
Patricia Urquiola, definendo i fattori per la progettazione in epoca post Covid, ha sottolineato la necessità di una maggiore integrazione tra architettura e interior design, in una compartimentazione tra spazi pubblici e spazi privati dove il verde avrà sempre maggiore rilevanza. Un hotel “emozionale” in grado di fornire esperienze per ospiti e per cittadini, supportato dalla tecnologia per l’erogazione di servizi personalizzati e capace di generare valore e lavoro per la comunità.
La conclusione è che serve ripensare all’accoglienza turistica come frutto di evoluzione di esigenze, di necessità che riguardano non solo gli utenti ma anche sostenibile per l’ambiente stesso e l’economia. Un insieme complesso e di alto valore socio economico.
Parola alle Istituzioni
Lorenza Bonaccorsi, Sottosegretario del Ministero per le attività culturali e per il turismo, che ha confermato che le Istituzioni sono attente al turismo e al made in Italy come un tutt’uno : Dovremo prepararci ad una richiesta diversa di turismo, non solo per le regole previste dall’Oms coi protocolli sanitari ma anche dai risvolti che i mesi di blocco legati alla pandemia hanno avuto sul vissuto dei cittadini. Non tutto sarà subito come prima e forse chissà se mai tornerà quel mondo per come l’abbiamo conosciuto.
Quest’anno l’Italia guiderà anche il G20 e sarà quella l’occasione per ripensare, insieme agli altri Paesi, anche l’intera offerta turistica alla luce di queste nuove esigenze che il turista dei prossimi anni vorrà trovare, a partire dal sistema dell’ospitalità. Oltre ciò, sono sempre più convinta che la direzione che dobbiamo intraprendere, e che in parte abbiamo già intrapreso, è quella di una concezione sostenibile e meno impattante per i territori.
L’Unwto ha sottolineato la necessità di ricostruire l’industria del turismo in un modo che sia “sicuro, equo e rispettoso del clima”. “Sono convinta che la resilienza di questo settore possa divenire tale e trasformarsi anche in capacità di crescita, solo se inquadrata in uno schema che sappia guardare oltre i vecchi steccati, che sappia ripartire, appunto, dalla fantasia, la creatività, l’estro dei progettisti italiani e da una concezione più sostenibile dell’idea stessa del viaggio”.
Photo courtesy by Carlo Ingegno