
“Coucher de soleil, vue de Guernesey”, di Renoir
Foto piccola in alto
Vista d’assieme di una delle sale espositive
Nella sale dello splendido Palazzo Mazzetti in stile barocco, prosegue fino al prossimo 16 febbraio la mostra (ben 75 dipinti) dedicati a Monet e agli altri pittori impressionisti che per i loro lavori si lasciarono affascinare dai colori e dagli scorci offerti dalla Normandia.

“Barche a Eretat”, di Monet
Asti, Italia.
Se vi siete persi il Palio di settembre, una delle “gare storiche” più conosciute in Italia e all’estero, di buoni motivi per programmare una gita o un week end ad Asti ne esistono a bizzeffe. L’incontro gastronomico con il vino e i tartufi, oppure per acquistare il torrone, visto che tra un po’ è Natale, che qui è fatto con le superbe, e buonissime, nocciole del Piemonte. Oppure ancora per visitare la città che offre monumenti affascinanti, tra cui la collegiata di San Secondo, la grandiosa Cattedrale in cotto, il complesso medievale della Rotonda di San Pietro e il sontuoso Palazzo Mazzetti, sede del Museo Civico.
E il motivo per andare (o tornare) ad Asti è proprio dentro questo palazzo: qui infatti, e andrà avanti fino al 16 febbraio del prossimo anno, è visibile la mostra “Monet e gli impressionisti in Normandia – Capolavori dalla collezione Peindre en Normandie”, mostra di cui è sponsor la Banca di Asti.
L’impressionismo è stato un movimento pittorico sviluppatosi soprattutto in Francia nella seconda metà dell’Ottocento. Un modo e uno stile di dipingere che influenzò l’arte che venne dopo (anche Picasso, tanto per citarne uno). Cosa ha portato di nuovo l’impressionismo nella pittura? Prima di tutto la negazione dell’importanza del soggetto, mettendo al centro lil paesaggio e la maggiore importanza del colore rispetto al disegno. Ma soprattutto la libertà dell’autore di non nascondere le sue emozioni e le sue impressioni, ma dar loro la capacità di essere centrali.
Dicevamo dei soggetti di paesaggio, a contatto con la natura. Per questo motivo i pittori del movimento lavoravano all’esterno e non in studio e proprio per questa esigenza nacquero le tele portatili e i piccoli tubetti per i colori a olio.
La Normandia, non ancora celebre per il famoso sbarco degli alleati nella seconda guerra mondiale che portò poi alla caduta del nazismo, era con la Provenza un luogo di elezione e di residenza per molti impressionisti: le 75 tele esposte in mostra sono dei più noti artisti dell’epoca. Da Monet a Corot, da Daubigny, a Renoir, a Bonnard, che proprio in Normandia si trovarono e scambiarono tra di loro confronti e collaborazioni. Tutto all’insegna delle felicità che può dare il dipingere e che si può cogliere con gli occhi nelle loro tele, anche senza essere esperti d’arte.
Dopo la mostra, al momento del pranzo ho chiesto ad Alessandro, un amico che ad Asti viene spesso per motivi di lavoro, di indicarmi un ristorante. Me ne ha consigliati tre. Il “Campanarò”, piatti tipici piemontesi, “L’Osteria del Diavolo”, cucina piemontese-ligure e il “Tacabanda”. Io ho provato questo: buon cibo, ottimo vino, prezzo interessante. Ma soprattutto la caratteristica è che attorno allo chef Antonio ci sono tanti aiutanti, in cucina e in sala, con la sindrome di down, bravissimi. E anche questo va apprezzato.
Per gli altri due ristoranti, spero di avere presto un paio di occasioni per andare ad Asti e provarli…
Orario di apertura
Da martedì a domenica dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18)
Biglietto: 13 euro intero, 10 euro ridotto
Info
www.astimonet.it
www.fondazioneastimusei.it
www.palazzomazzetti.eu
www.astiturismo.it