Lecco, Italia.
Ciascuno di noi, nel corso della sua carriera scolastica si è imbattuto nella lettura de “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni. Eppure questo celebre romanzo, croce e delizia di intere generazioni di studenti, che per oltre un secolo ha rappresentato l’identità linguistica e culturale italiana, acquista un fascino senza pari se lo si rivive riscoprendo i luoghi dai quali Manzoni trasse le descrizioni del suo romanzo. Come scoprire le location di un film che avare amato. Il territorio di Lecco offre un interessante itinerario manzoniano, che può essere scoperto da tutti coloro che vogliono trascorrere una giornata all’insegna della cultura, godendo di un gradevole paesaggio lacustre.
Il percorso si può articolare in due fasi e nella prima fase può iniziare con la visita a Villa Manzoni, all’interno della quale è allestito il Museo Manzoniano. La villa che dal 1962 è di proprietà del comune di Lecco, si trova a circa 10 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria, è una abitazione che risale al Seicento. Qui sono conservati ancora una parte degli arredi appartenuti allo scrittore. Nel museo che si estende su 10 sale è possibile ammirare alcuni manoscritti e cimeli relativi alla vita e alle opere di Alessandro Manzoni.
Si prosegue poi per il Vallo delle Mura, fortificazioni risalenti al 1336 e volute dai Visconti. Altre attrazioni suggestive che s’incontrano seguendo l’itinerario manzoniano sono la Torre Viscontea, il monumento ad Alessandro Manzoni, fatto costruire nell’omonima piazza nel 1891 e il Ponte Azzone Visconti, realizzato tra il 1336 e il 1338.
Altra tappa di notevole pregio è il rione di Pescarenico, un villaggio di pescatori, descritto dal Manzoni come “un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare”. E’ l’unico luogo citato esplicitamente da Manzoni nei Promessi Sposi.
Proseguendo, ci si ritrova in un luogo dove un tempo c’era la foce del torrente Bione. Oggi vi è collocata una targa in ricordo dell’”Addio ai Monti” , celebre passo del romanzo di Manzoni. Si va poi alla Chiesa e Convento di Frà Cristoforo, il frate che aiutò i due Promessi a mettersi in salvo dal malvagio Don Rodrigo. Il percorso fin qui descritto impegna circa mezza giornata.
La seconda fase dell’itinerario si svolge nei rioni di Acquate e di Olate, nella parte alta della città di Lecco. Ad Acquate è possibile ammirare la tradizionale casa di Lucia (oggi è un ‘osteria sede di mostre e iniziative culturali) , il tabernacolo dei Bravi, situato lungo la stradina dove Don Abbondio venne fermato dai Bravi che gli intimarono la famosa frase “ Or bene, questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”. Si prosegue poi ad ammirare dall’esterno il Palazzotto di Don Rodrigo, la chiesa di Don Abbondio, il curato che “ non era nato con un cuor di leone” e ad Olate, la presunta casa di Lucia.
Una variante pomeridiana o per un altro giorno potrebbe essere la visita al rione di Chiuso , dove vi sono la casa del Sarto e la Chiesa del Beato Serafino. Nel comune di Vercurago, 5 km da Lecco, si trova invece il suggestivo castello dell’Innominato, colui che rapì Lucia e che dopo si convertì al cattolicesimo, mentre nel comune di Malgrate, sull’altra sponda del lago, è possibile visitare la cappella dei morti di peste; quest’ultima colpì questi luoghi nel 1630 e che ispirò Manzoni che dedicò a tale epidemia ben due capitoli del suo romanzo. Infine, alzando gli occhi in alto, non si può dimenticare di osservare il Resegone, il monte che Manzoni descrive nella prima pagina del libro: “Il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega”.
Villa Manzoni è aperta al pubblico dal martedì alla domenica dalle ore 9.30 alle ore 17.30.
Ingresso: 4 euro (per gruppi di almeno 15 persone la tariffa è ridotta a 2.50 euro. La Villa dispone di ampio parcheggio.
Maria Rosaria Matrone
rosaria@agendaviaggi.com
Per maggiori informazioni LakeComo.com oppure info.turismo@provincia.lecco.it
Foto di Alberto Locatelli