Alla scoperta della valle argentina, nell’entroterra della liguria di ponente. Antichi borghi, natura incontaminata, arte, storia e leggende che si incrociano. Con tradizioni che resistono al tempo. E dall’olio di oliva extravergine ai piatti del territorio un trionfo anche dell’enogastronomia d’eccellenza. Paesaggi diversi, sensazioni e gusti che ti fanno innamorare.
Badalucco, Italia
La Liguria, quella stretta mezza luna che come un arco costeggia il mare per salire verso i monti, riserva sempre sorprese. Tesori nascosti che si scoprono grazie a un pizzico di fortuna, un po’ di curiosità e spirito di avventura. Oppure, più tecnologicamente, anche con una App, come L’Altra Riviera. E proprio un’altra Riviera, tutta da vedere è la Valle Argentina.
Si parte da Arma di Taggia, provincia di Imperia, per avventurarsi alla scoperta della Valle Argentina che si snoda lungo l’omonimo torrente. Lasciata alle spalle la Riviera dei Fiori e il suo mare, il primo punto che delimita la Valle Argentina è Taggia, in Bassa Valle a circa tre chilometri dalla costa. Nel suo centro storico, in piazza Gastaldi, il Santuario della Madonna Miracolosa o Basilica dei Santi Giacomo e Filippo. Qui sono conservate le reliquie del santo concittadino San Benedetto e importanti opere di Luca e Giovanni Cambiasio, Francesco Brea, Giuseppe Massa, Domenico Guidobono. Il Convento di San Domenico, in piazza Beato Cristoforo, è sede di molte opere tra cui un’Adorazione dei Magi attribuita al Parmigianino. E poi il Convento dei Cappuccini. È la terra dell’oliva taggiasca, così chiamata perché arrivò a Taggia, portata dai monaci, e di una particolare varietà di biscotti canestrelli.
Salendo verso la media Valle Argentina, tappa d’obbligo è Badalucco. All’ingresso del borgo il Frantoio ROI. Un’istituzione che da quattro generazioni condivide la stessa passione. Il primo frantoio risale ai primi del Novecento con la famiglia Boeri Bastè. Oggi è Franco Roi o meglio Franco Boeri (Roi è il soprannome che significa ruota e che identifica il brand) l’anima dell’azienda. Tante intuizioni e una vision che hanno portato il marchio ROI sugli scaffali Eataly nel mondo, da Tokyo a New York. Parliamo di oli extra vergine di altissima qualità, veri e propri cru. Extra vergini millesimati frutto di una sapiente selezione annuale e territoriale delle migliori olive taggiasche. Fiore all’occhiello di questo piccolo grande produttore è il Carte Noire, un olio extra vergine di oliva DOP a bassa acidità, ottenuto per sgocciolamento da olive scelte di cultivar taggiasca. L’ultima novità, invece, è il Cru Golf Sanremo di Olio Roi, nato ufficialmente lo scorso febbraio.
Accanto al frantoio una vera e propria boutique Roi dove trovare, oltre a un’ottima selezione di oli extravergine d’oliva, olive taggiasche in salamoia, salse tipiche della tradizione ligure, come crema di rucola, salsa verde, pesto e salsa di noci, fagioli bianchi di Badalucco, presidio Slow Food, e i prodotti della linea cosmetica Rossella Roi. Parliamo dei prodotti di Rossella Boeri, la moglie di Franco, che con lui condivide la passione per l’olio in tutte le sue più diverse forme e utilizzazioni.
Rossella Boeri riporta nel frantoio, nella stagione di spremitura, le antiche tradizioni dei contadini. Il frantoio spreme infatti anche le olive di altri produttori e Rossella porta sardenaira e vino per rifocillare lavoratori e contadini. Rossella gestisce l’Agriturismo L’Adagio, ricavato da un’antica casa di famiglia. Moderno e completamente ecosostenibile, dispone di quattro camere dedicate ai quattro elementi naturali. Pietra ligure a fare da cornice, ambienti raccolti, materiali e colori diversi a seconda della camera: Fuoco, Aria, Acqua e Terra. A ogni porta la targa di ingresso disegnata e firmata da Sergio Staino. Al piano sottostante una moderna Beauty Farm per momenti di grande relax nel segno dell’ulivo e della cosmetica di Rossella.
Di fronte all’agriturismo, l’edificio, sempre in pietra, che ospita le suite: Elegante, Etnica (facilmente accessibile agli ospiti diversamente abili), Minimalista, Moderna e Provenzale. I nomi, naturalmente, riflettono l’anima di questi ambienti. All’esterno, i giardini ricavati sui tipici terrazzamenti liguri. Per momenti di relax e frescura nella stagione cada, tra ulivi di argento vivo, fiori di campagna e angoli attrezzati: dal barbecue, al campo di petanche, alla botte dei pensieri, dedicata agli ospiti più piccoli ma che anche gli adulti devono sperimentare.
Rossella Boeri gestisce inoltre le attività della Fattoria Didattica, per insegnare a bambini e ragazzini come si ottengono i prodotti che arrivano in tavola, l’importanza della genuinità degli alimenti e per creare un legame con il territorio ligure. E un personaggio Oliver Roi per conoscere in modo anche un po’ fiabesco il mondo della Valle Argentina.
Tutta la struttura si affaccia sul borgo medievale di Badalucco, delimitato da due ponti: quello cinquecentesco di Santa Lucia all’ingresso e quello medievale a tre arcate della Madonna degli Angeli in uscita. In alto, dove un tempo si trovava il castello dei conti di Ventimiglia, oggi c’è la piccola chiesa seicentesca di San Nicolò. Nell’abitato i vicoli si incrociano e snodano stretti e in pietra, con piccole piazzette che si aprono all’improvviso, regalando atmosfere di altri tempi. Nella piazza principale la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta e San Giorgio, dalla facciata barocca, e di fronte Palazzo Boeri. Da diversi anni ormai, Badalucco è una galleria d’arte a cielo aperto: murales e ceramiche di artisti contemporanei decorano le case, accompagnando il visitatore nella scoperta di questo piccolo centro. Tra gli eventi che animano il luogo anche “L’invito al vino a Badalucco” nato dalla collaborazione tra la Pro Loco del paese e la Banca del Vino di Pollenzo, che si deve a Slow Food.
Famosa la sua piazza, che l’archistar Stefano Boeri, padre del milanese Bosco Verticale, ha definito come la piazza di tutti i piccoli centri storici che costituiscono l’anima profonda dell’Italia. Con Badalucco Stefano Boeri ha un rapporto speciale. Non solo perché ha ricevuto la cittadinanza onoraria di questo borgo della Valle Argentina, ma perché è qui che ha riscoperto le antiche radici della sua famiglia.
Si dice che Stefano Boeri debba il nuovo legame con Badalucco e la Valle Argentina a Carlin Petrini, artefice di Slow Food. Come racconta Rossella Boeri, Carlin Petrini qualche anno fa telefona nel cuore della notte a suo marito Franco per raccontargli di aver conosciuto a Milano un suo lontano cugino e glielo passa al telefono. Da lì una lunga amicizia con la famiglia Boeri di Badalucco e con tutti gli amici del Bistrot dell’Ulivo.
Il Bistrot dell’Ulivo spremitura a freddo, pensieri in libertà è l’evento ideato da Franco e Rossella Boeri per far riflettere sulle difficoltà del fare agricoltura, in Liguria in generale e in valle Argentina in particolare. Ogni anno viene allestita per l’occasione una fascia di uno degli oliveti di proprietà ROI, per un momento conviviale al quale vengono invitati amici di varia estrazione, insieme ai quali condividere alcune riflessioni e considerazioni.
Da non perdere, sempre a Badalucco, Le Macine del Confluente, locanda e ristorante, oasi di charme dove gustare appetitosi menu e fermarsi anche per la notte. La cucina è quella tipica dell’entroterra ligure di ponente, rivisitata dallo chef. Una cucina territoriale che segue le stagioni. Dai porcini, in ottobre, alla pasta e ai dolci fatti in casa, alla tagliata di Angus irlandese ai calamaretti farciti al polpo alla piastra, vere delizie da gustare al caldo di due scoppiettanti caminetti in inverno o al fresco del giardino esterno in estate. Per la notte, sei camere suite arredate con gusto raffinato e stile rustico in un ben riuscito mix, con tanto di salottino e caminetto. Varie le attività proposte per scoprire la Valle Argentina: bicicletta, trekking, equitazione, golf, vela e diving. Tutto a breve distanza. Questo era il sogno nel cassetto di Tiziana e Gigi. Laurea in lettere straniere lei, ingegnere meccanico lui. Della Valle Argentina lei, dell’Oltrepò Pavese lui. Entrambi amanti della buona tavola. Con un business plan ben fatto in mano e il consenso felice della famiglia di Tiziana, hanno cambiato la loro vita. Tornando alla Valle, diventando imprenditori, là dove fino a una decina di anni prima sorgeva l’orto della nonna di Tiziana. E il tempo li ha premiati, dando loro ragione delle scelte coraggiose che hanno fatto. Una scelta che portano avanti in un’ottica di miglioramento continuo, per dare valore aggiunto al territorio nella ricerca di un turismo qualitativo.
Dopo una visita all’antico frantoio ligure, oggi una casa museo, di Giobatta Panizzi e al laboratorio di Domenico Giordano, che lavora la radica di erica fin dall’infanzia, continuando la tradizione di famiglia e ricavandone oggetti unici di artigianato locale, si lascia Badalucco alla volta di Montalto. Borgo immacolato, fatto di case in pietra a vista, vicoli stretti, sottopassi, archivolti, strade in acciottolato, negozi di artigianato, e la celebre piazza degli innamorati, la Loggia degli Sposi dove coppie di tutto il mondo si vengono a sposare. Montalto è considerata sinonimo di amore romantico. Leggenda vuole, infatti, che Montalto sia stata nel XIII secolo rifugio di due giovani sposi di Badalucco in fuga dal conte Oberto di Ventimiglia che pretendeva di esercitare il diritto dello ius primae noctis in tutta la Valle Argentina. E a Montalto, raggiunti da parenti e amici i due spossi avrebbero fondato una zona franca dove far regnare l’amore. In cima al paese, la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. Immerso nel verde degli ulivi, Montalto segna il passo tra la Valle Argentina e quella Carpasina.
Addentrandosi nella media Valle Argentina ci si ferma a Molini di Triora, che prende nome dai suoi antichi ventitré mulini (oggi ne restano solo due) usati un tempo per macinare il grano proveniente dagli altri paesi dell’Alta Valle, lontani dai corsi d’acqua o dai fiumi. Un piccolo centro immerso nella natura, tra l’azzurro del cielo e il verde del monte alle spalle, una stretta strada che sale, lasciando scorgere antiche corti, la statua di San di Giovanni Lantrua, pergolati verdi e locali in cui si possono intuire atelier, come quello di Michael Green, pittore e scultore britannico che trascorre molto tempo a Molini di Triora. Da vedere il Santuario della Madonna della Montà, con i suoi magnifici affreschi. Il piccolo abitato trova una sorta di epicentro nell’Antico Ristorante e Albergo Santo Spirito, della famiglia Zucchetto. Un punto fisso dal 1897. Oggi il capo è nonno Augusto, con accanto nonna Margherita, l’anima stessa del Santo Spirito; la figlia Mariachiara, trait d’union tra la terza e la quarta generazione, una forza e un’energia inarrestabili, e suo marito Alessandro Antonio Salis, cultura infinita e passione profonda per i luoghi delle sue terre, pronto a guidarvi alla scoperta dei punti più belli e impervi dell’Alta Valle. Tra i piatti dello chef Andrea, lo zèmin, zuppa di ceci, la mesciuta di legumi, torte salate, lasagne, coniglio, anche fritto e le famose lumache. Una cucina che porta con sé il sapore di altri tempi, di cui si trova traccia sulle pareti del ristorante, una sorta di museo di famiglia che ne ripercorre la storia. E tutto con ingredienti a chilometro zero, direttamente dalla loro azienda agricola.
E poi si punta su Triora, che fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia. Occupa su più livelli il versante occidentale del crinale che discende ripido dal Monte Trono e trova le sue radici nel Neolitico medio. Il borgo medievale domina dai suoi 780 metri tutta la Valle Argentina e si colloca nel cuore del Parco delle Alpi Liguri. La fiorente economia agricola e pastorale di un tempo traspare ancora oggi nella ricchezza monumentale e artistica del paese. Si gira tra case medievali ornate da portali in pietra scolpiti con motivi religiosi, emblemi nobiliari e figure diverse. Un susseguirsi di carrugi, piazze, passaggi e rampe che ne fanno uno dei borghi più caratteristici e suggestivi fra gli antichi abitati liguri di montagna. Il paese, situato al centro dell’alta Valle Argentina, resta noto per il processo per stregoneria, che si svolse tra il 1587 e il 1589, subito da molte donne accusate di essere le artefici del periodo di pestilenza e carestia che si stava verificando. Se le streghe di Triora restano famose e oggi campeggiano su insegne di locali e negozi dove tanti oggetti sono loro dedicati, il Museo Etnografico e della Stregoneria ripercorre il periodo del processo sfociato in condanne a morte, oltre a raccogliere documenti e oggetti che raccontano la storia e la cultura locale. Da vedere la cabotina, ancora più suggestiva di sera, dove, secondo la leggenda tramandata, le streghe si trovavano per compiere i loro malefici e da cui spiccavano il volo. Inutile dirlo, la notte di Halloween qui si registra il tutto esaurito.
Da non mancare, per la gioia del palato, una sosta al ristorante L’erba gatta. Qui si trova il menu del giorno scritto sulle lavagne alle pareti: dal Branda Cujun (che ricorda la brandade francese) stoccafisso mantecato con aglio, patate e olio extravergine d’oliva, ai ravioli al “Tuccu”, ravioli con ricotta e borragine con sugo di carne e funghi, all’agnello cucinato in tanti modi diversi, alle lumache, alla toma di pecora brigasca alla piastra, un vero must.
Ecco le altre tappe gastronomiche da non perdere. La gastronomia La strega di Triora, dove acquistare prodotti tipici dai formaggi d’alpeggio (la toma in particolare), alle salse, marmellate, composte (come il peccato divino) e un’imprendibile cubaita. Dolce di origine araba, a base di ostie fatte a mano, miele, noci, nocciole, mandorle e buccia di mandarino. Qui Luana e Augusto vi coccoleranno anche con travolgenti degustazioni. E poi il Panificio Asplanato, che serve tutta la Riviera e che produce in esclusiva il famoso pane di Triora, pane storico italiano. La tipica pagnotta dalla forma rotonda. Ma anche grissini e biscotti con semi di anice. Tutto fatto a mano e tutto con olio, da Ornella e dalla sua famiglia.
Nei dintorni le frazioni di Realdo e Verdeggia, e, a dominare tutta la Valle Argentina, il Monte Saccarello che tocca i 2.199 metri. Non solo la cima più elevata della Liguria, ma anche crocevia di tre vallate: Roya, Tanaro e Argentina, che corrispondono a Provenza (Francia), Piemonte e Liguria. Rispecchiando così tre realtà che in questo territorio si fondono in una unica identità. Una miscellanea di lingue, razze, cucina e tradizioni. Non per niente in Alta Valle si parla il dialetto occitano.
Siamo alla fine della Valle Argentina e facilmente si sconfina in Francia, Realdo fino al 1947, per esempio, è stata una frazione di La Brigue in territorio francese. Siamo nella parte più libera, vera e selvaggia. Diversi gli itinerari che si possono percorrere. Toccando, come in un anello, Rocca Barbone, Passo della Guardia, Colle del Garezzo (che mette in comunicazione la Valle Argentina e la Valle Arroscia), Passo di Garlenda, Monte Cimonasso, la vetta del Saccarello, il Passo di Collardente, con la sua buia galleria, per arrivare a Borniga e al Monte Gerbonte. Senza perdere Drego, il passo della Mezzaluna o Colle Melosa, con la splendida vista sul lago di Tenarda. In questo scenario naturale incontaminato è facile avvistare camosci, marmotte e in cielo veder volteggiare rapaci come l’aquila reale. Viste mozzafiato che spaziano dalla piana di Albenga, alla Corsica, alle alture del Mercantour e delle Alpi Marittime francesi.
In un paesaggio da fiaba, tra l’argento degli ulivi e dell’acqua del torrente, la Valle Argentina è una Valle da scoprire, da vivere in ogni stagione. Di cui innamorarsi e in cui ritornare.
Il taccuino di Agenda Viaggi
Come arrivare
In auto: A10, uscita Arma di Taggia. In treno, stazione di Taggia Arma (linea Genova – Ventimiglia). Proseguire sulla SP 548
Dove dormire
Agriturismo L’Adagio: camere o suite, atmosfera e confort. Anche SPA, realizzata in un antico mulino ristrutturato con vasche anche in esterno, direttamente sotto la cascata, per un relax totale. Rossella Boeri, ospite gentile e disponibile aggiunge calore al soggiorno. Regione Roglietto 15, Badalucco (IM). Cell. 335.7226309
Le Macine del Confluente: comodità e charme, dalle camere al ristorante che propone una cucina del territorio rivisitata in chiave moderna. Tiziana controlla tutto almeno tre volte prima dell’apertura e accoglie personalmente gli ospiti. Gigi dà ottimi consigli sui vini e sugli abbinamenti con i piatti. Località Oxentina (IM). Tel. 0184.407018
Antico Ristorante e Albergo Santo Spirito: Alessandro Antonio Salis è di una disponibilità fuori dal comune e fornisce volentieri tutte le indicazioni e informazioni su cosa fare e cosa vedere, soddisfando ogni curiosità sulla Valle Argentina e la sua storia. Il resto della famiglia è super efficiente su ogni fronte, dalle camere alla cucina. Piazza Roma, 23 Molini di Triora (IM). Tel. 0184.94019
La Fontana dell’Olmo: agriturismo e fattoria didattica per un soggiorno in completa immersione nella natura. A 1.100 metri sul livello del mare, la Liguria più nascosta tra Piemonte e Francia. Località Drego (IM)(camere) Agaggio Inferiore (IM) (ristorante). Silvia: 349.7895886 – Matteo: 349.4235129
Dove mangiare
Osteria Cian de Bià: piatti di una volta in un contesto molto curato. Via Silvio Pellico 14, Badalucco (IM) Tel : 320 6622079 – 338 8930343
Ca’ Mea: forte identità per questo ristorante all’interno di un mulino ristrutturato. Si pranza anche all’aperto. Un trionfo per i funghi. Strada statale 548 km. 13 Località Ravezza Badalucco (IM) Tel: 0184 408173 – 347 6673422
Gli Ausenda: cucina tipica ligure e vista bellissima. A Glori (IM) Cell. 340.2307199
L’erba gatta: imperdibile la toma di pecora brigasca alla piastra. Via Roma 6, Triora (IM). Tel. 0184.94392
Cosa vedere
Museo Etnografico e della Stregoneria Corso Italia, 1 Triora (IM) Tel:0184 94049
Centro Culturale Il Posto dell’Acqua – Molini di Triora
Museo della Lavanda un angolo di Provenza in Valle Argentina. Via Castello 3, Carpasio (IM) Cell: 334 9820318 – 333 7731753
Le meraviglie della natura con escursioni nel Parco Alpi Liguri
Cosa comprare
Olio extravergine di oliva taggiasca, olive taggiasche, salse, sott’oli e cosmetici OLIO ROI via Argentina 1, Badalucco (IM)
Gioielli artigianali: Lola su gioielli Via Ponte 1, Badalucco (IM)
Oggetti in radica: Domenico Giordano Pipe. Strada Poggio 23, Badalucco (IM)
Olio extravergine di oliva taggiasca e prodotti del territorio Museo Frantoio Panizzi. Via Giobatta Boeri 50, Badalucco (IM)
Pane di Triora, grissini e biscotti: Panificio Asplanato Corso Italia 37, Triora (IM)
Formaggi, marmellate, composte, cubaita e altre bontà: gastronomia La strega di Triora Corso Italia 50, Triora (IM)
INFO: Consorzio Valle Argentina Agenzia regionale promozione turistica “In Liguria”
Francesca Vespignani
fra.vespignani@agendaviaggi.com