
Park Terapy, cure con le erbe, cosmesi di montagna per curare corpo e spirito; antichi molini, casari e birrai preservano il gusto del territorio
Le “fatine delle erbe” che elaborano prodotti moderni con ricette antiche e i “paladini dei mestieri dimenticati” sono i giovani trentini che mantengono vive le tradizioni delle “Chicche della Val di Sole”.

Pejo (TN), Italia.
Nelle valli alle pendici dell’Adamello sopravvivono le antiche ricette e i mestieri di un tempo, coltivate da giovani. Più di una start up si basa su tradizioni consolidate per offrire prodotti e atmosfere in linea con le esigenze di oggi. Ne derivano prodotti che uniscono natura e scienza. Tre donne, tre novelle “fatine” dei boschi raccolgono erbe ed essenze locali per curare il corpo e lo spirito.
Si fonda sul potere sullo straordinario potere racchiuso nelle erbe e nei fiori il suggestivo progetto avviato da Chiara Dallago, 32 anni di Cles, sotto l’insegna di “Erba Maga” unisce alla sua laurea in Biotecnologie per l’alimentazione la passione che suo nonno le ha trasmesso per le erbe officinali, che raccoglie in Val di Rabbi.
Ha reato un’azienda biodinamica, traendo da ogni pianta le proprietà che racchiude peculiarmente: rilassante, antistress, calmante, rinvigorente, antinfiammatoria, sgonfiante. Per Chiara la natura stupisce con la sua armonia e la sua quiete, caratteristiche più che mai utili per contrastare e bilanciare il vortice dell’immediato, della velocità e dell’intensivo si trova un mondo.
Margherita pratica e insegna la park terapy. «Abbracciamo gli alberi, accarezziamo le cortecce, assaporiamo un fiore edule: le biomolecole del bosco nutriranno anche il nostro spirito» afferma Margherita Decarli, naturopata che ha trasformato la sua passione in lavoro.
Accompagna i visitatori nel percorso terapeutico che si snoda nei boschi della pittoresca Val di Rabbi. Dalle resine delle conifere trae ingredienti per comporre unguenti e, poiché ogni albero ha un suo particolare potenziale benefico Margherita diffonde questo sapere antico tenendo conferenze. La filosofia che insegna è che lo spirito si nutre di natura.: riconnettersi con le piante e assorbirne l’energia nel bosco riduce lo stress e rinnova le energie.
Pochi sanno che le stelle alpine sono miracolose contro i radicali liberi. Olga Casanova, consapevole delle proprietà naturali delle piante di alta quota, sfrutta le erbe alpine per produrre cosmetici biocertificati.
Dopo aver lavorato per vent’anni come estetista oggi la sua azienda tra Alta Val di Sole e la Val di Pejo, è un’istituzione a livello europeo per la cosmesi naturale. Le materie prime alla base dei suoi prodotti biocertificati sono i fiori di arnica, timo, calendula e soprattutto le stelle alpine. Pochi sanno che queste ultime sono miracolose contro i radicali liberi.

Accanto alle fatine delle erbe lavorano i paladini degli antichi mestieri, nobili conservatori e prosecutori di mestieri tanto preziosi quanto rari.
Nello storico Molino Ruatti a Rabbi, uno dei pochissimi mulini ad acqua ancora funzionanti, di giorno e di sera si raccontano storie e leggende di Valle. Un modo piacevole di svelare ai visitatori i segreti del territorio e mostrarne gli aspetti meno conosciuti.
Tra antichi mestieri e antichi sapori si posizionano i “casari”. Questi artigiani del gusto che mantengono vivi patrimoni e sapori straordinari: conoscenze e tecniche tradizionali, paesaggi idilliaci, un rapporto vero e sano con l’ambiente genuino. I casari presidiano il gusto di un tempo resistendo contro industrialità e omologazione che ha travolto molto del mondo della lavorazione casearia
Tra le montagne della Val di Sole Daniele Caserotti, ragazzino appena maggiorenne ha vinto il premio Slow Food per la “resistenza casearia” avendo contribuito a salvare produzioni tipiche. Daniele, studente dell’Istituto di San Michele all’Adige, scuola professionale di Trento nata per promuovere l’agricoltura locale, mantiene viva la tradizione del Casolét, formaggio a pasta cruda e tenera fatto con latte intero entrato da qualche anno tra i “presìdi slow food”.
Con la sua famiglia gestisce una piccolissima fattoria. Le sue 16 mucche pascolano nel Parco Nazionale dello Stelvio, dove aria buona e pascolo sano garantiscono la qualità del latte prodotto.
La produzione di formaggio che ne deriva si svolge nell’ultimo Caseificio Turnario del Trentino di Pejo. Assieme ad altri 4 produttori locali, viene trasformato il latte lo al caseificio turnario di Pejo. Ne esistono solo quattro nell’arco alpino. «Il caseificio turnario è diverso dal modello cooperativo perché i soci conferitori non vendono il latte alla cooperativa, ma ricevono un servizio per cui viene loro riconosciuto un certo quantitativo di prodotto trasformato in base al latte conferito» spiegava Slow Food conferendo il premio a Daniele.

La latteria turnaria ricalca e formalizza l’usanza antica di mettere insieme il latte di più famiglie e caseificare collettivamente. Un ottimo strumento per contenere i costi, cooperare tra produttori ma garantendo loro di avere “pezzi” pregiati da vendere una volta che il latte è diventato formaggio. Si parla di 430 euro per una forma.
Per evitare che la grande distribuzione fagociti questa produzione cooperativa vecchio stile, in Val di Sole è stata ideata l’asta dei formaggi. Di solito, si tiene a inizio settembre a Castel Caldes, suggestivo maniero medievale restaurato che domina dall’alto l’antico paese omonimo. Decine di produttori portano le loro “creature” che vengono poi contese da un pubblico di appassionati, ristoratori famosi e chef stellati d’Italia ed Europa.
Tra i prodotti di nicchia della Val di Sole c’è la Birra Termale. Marco Framba, enotecnico trentino con esperienza internazionale è un mastro birraio. Produce birra con l’acqua termale che sgorga a 1393 metri nel Parco dello Stelvio.
Sono 4 le tipologie di birra artigianali, prodotte con malti e luppoli di qualità rifermentate in bottiglia. «La birra – spiega Framba – dopo una prima fermentazione nel serbatoio, viene imbottigliata non filtrata e non pastorizzata per permettere ai lieviti di fare la seconda fermentazione. Ciò garantisce lo sviluppo di aromi fermentativi unici. I lieviti che permangono in bottiglia conferiscono il tipico aspetto velato e garantiscono una grande longevità».
Info: https://www.pontedilegnotonale.com/it/