
Un inedito Salvador Dalí alla palazzina di caccia di Stupinigi

Un Salvador Dalí inedito quello della mostra alla palazzina di caccia di Stupinigi, alle porte di Torino. Prodotta da Next Exhibition in collaborazione con The Dalí Universe, società gestrice di una delle più grandi collezioni private di opere dell’artista al mondo, l’esposizione propone sculture, disegni e oggetti in pasta di vetro che non tutti conoscono.

Stupinigi (Torino). Italia.
Il genio del surrealismo fu anche l’inventore del metodo paranoico-critico
Nelle antiche cucine della palazzina di caccia di Stupinigi, riaperta al pubblico dopo un mirabile lavoro di restauro, la mostra “Salvador DALÍ The Exhibition” stupirà lo spettatore con un percorso originale nell’universo creativo del genio del surrealismo.
La citazione “Ogni mattina, al risveglio, provo un piacere supremo, il piacere di essere Salvador Dalí”, riportata in campo rosso su una delle prime pareti della mostra, introduce bene nella sensibilità dell’artista, inventore del metodo paranoico-critico. «Tutti, soprattutto in America, vogliono sapere il metodo segreto del mio successo – scrive Dalí in “Diario di un genio” – Questo metodo esiste. Si chiama il metodo paranoico-critico. Da più di trent’anni l’ho inventato e lo applico con successo, benché non sappia ancora in cosa consista. Grosso modo, si tratterebbe della sistemazione più rigorosa dei fenomeni e dei materiali più deliranti, con l’intenzione di rendere tangibilmente creative le mie idee più ossessivamente pericolose».
E la scultura “La donna in fiamme” dice tutto del suo concetto della donna, una creatura complessa, piena di cassetti…
Incisioni, sculture e oggetti che il visitatore può ammirare dopo l’introduzione circa l’ammirazione del pittore spagnolo per Freud e per Picasso sono il dipanarsi di queste suggestioni, a metà tra inconscio, abilità tecnica, visione filosofica e sensibilità poetica. Particolarmente interessanti i disegni ispirati alla Carmen di Bizet che racchiudono tutta la potenza della cultura della corrida e del flamenco senza mia cadere nel cliché dell’illustrazione da cartolina; gli struggenti paesaggi della sua amata Cadaques (la serie “Neuf Paysages”) e la scultura “La donna in fiamme” che dice tutto del suo concetto della donna, una creatura complessa, piena di cassetti (sono i cassetti dell’inconscio, i cassetti parzialmente aperti rappresentano la sessualità nascosta della donna, sono l’ingesso nel suo mondo interiore) e di passione, avvolta dalle fiamme e rovesciata all’indietro (si racconta che Dalì avesse scagliato a terra il modello in cera di questa scultura perché gli avevano detto che fosse troppo sbilanciata. Se non fosse stato per Gala, sua compagna, musa e manager, non avremmo quest’opera così come la vediamo oggi).

Da non perdere una visita alla palazzina di caccia juvarriana
Degni di nota anche le illustrazioni per i libri di favole de la Fontaine, gli scenari feriti dai segni della Seconda Guerra Mondiale, le incisioni basate sul libro del poeta francese Corbière, con espliciti riferimenti sessuali (la serie Les Amoures Jaunes), gli eccezionali orologi molli (elemento, insieme alle stampelle, gli elefanti e i cassetti, del linguaggio simbolico di Dalí) e il monumento che rappresenta Alice nel Pese delle Meraviglie, che accoglie il visitatore all’esterno della Palazzina.
Consigliatissima anche una visita alla palazzina di caccia juvarriana, tripudio di arte settecentesca e sfondo di un interessante percorso museale sul gioco della palla, dalla preistoria al futurismo, e di notevoli eventi culturali.
Photo Elena Borravicchio