Il borgo arroccato sui Monti Lattari e suddiviso in 13 frazioni non ha alcuno sbocco sulla costa, eppure storia, la cultura e le tradizioni di Tramonti sono infatti indissolubilmente intrecciate legate al mare. Un week end lungo in questo territorio permette di godersi la costa, con Maiori e Minori distanti appena una manciata di chilometri, immersi tra castagneti, limoneti e vigneti

Tramonti (SA), Italia.
Se si pensa alla Costiera Amalfitana vengono subito in mente borghi a picco sul mare e calette. Scenari divenuti negli anni mete del turismo internazionale. Eppure, spostando lo sguardo di pochi centinaia di metri sopra i luoghi più iconici della Costiera, c’è un mondo ancora tutto da scoprire, legato a un turismo rurale, più verde, più autentico e legato a tradizioni centenarie che spaziano dall’enogastronomia, alla musica fino all’artigianato locale. Tutto questo si trova a Tramonti, un paese montano che racconta il mare pur non avendo nessuno sbocco sulla costa. La storia, la cultura e le tradizioni di Tramonti sono infatti indissolubilmente intrecciate legate al mare, senza considerare che ovunque, nell’esteso territorio del borgo, si vede, all’orizzonte, la costa: dal suo punto più elevato, a ridosso del valico di Chiunzi intorno ai 700 metri di altezza, fino a poche centinaia di metri sopra il livello del mare dove arrivano le ultime frazioni del paese, a un passo da Maiori e Minori.
Miti, tradizioni e antiche leggende
Il legame con il mare e la costa è prima di tutto storico. Si racconta che ad abitare per primo a Tramonti sia stato il popolo italico di origine picentina in fuga, sui monti, dai Romani. Questi ultimi tuttavia nel corso dei secoli e fino all’eruzione di Pompei del 79 d.C. trasformarono la Costiera Amalfitana in un’oasi di sfarzose ville. Ma è con la Repubblica Marinara di Amalfi, di cui borgo era parte, che Tramonti vive il suo momento di massimo splendore: da qui arrivavano numerosi vescovi, giudici, ammiragli e funzionari di Amalfi, sui monti Lattari abitavano i marinai della Repubblica Marinara e sempre in questa vallata era reperito il legno destinato alla costruzione delle imbarcazioni. Non solo. Flavio Gioia, perfezionatore della rosa dei venti proveniente dalla Costiera, ha dato al vento che gonfiava le vele delle imbarcazioni della Repubblica Marinara da Nord, e quindi dal borgo arroccato sui Monti Lattari, il nome di Tramontana.
Tramonti il cuore verde della costiera
Tramonti è un borgo diffuso, formato da tredici frazioni sparse su un’intera vallata dei Monti Lattari. In questo luogo, letteralmente tra i monti, l’ospitalità è a stretto contatto con il territorio e con i suoi abitanti: agriturismi, b&b e case vacanze offrono soluzioni a portata di tutte le tasche e a prezzi sensibilmente inferiori a quelli della vicina Amalfi. Per una camera matrimoniale in occupazione doppia con colazione si va, ad esempio, dai 50/90 euro della Puesta del Sol ai 120/160 dell’Agriturismo il Tintore (iltintorecostadamalfi.it) e in venti minuti di auto o mezz’ora di bus si raggiunge il mare.
Percorsi tra limoneti e chiese
A Tramonti si cammina, guardando il mare all’orizzonte, in un paesaggio che cambia a seconda dell’altitudine tra castagneti, uliveti, vigneti centenari di uva tintore e limoneti. Gli itinerari mappati oramai sfiorano il centinaio di chilometri e possono essere percorsi a piedi o, per chi ha abbastanza fiato, anche in bici. Tra le proposte del territorio merita particolare attenzione il sentiero delle chiese che tocca, in un percorso ad anello di 14 chilometri circa e con un dislivello di 527 metri,13 chiese del paese tra cui, nella frazione di Gete, una cappella rupestre le cui si perdono nella notte dei tempi. Da non perdere anche il sentiero delle Formichelle che da Paterno Sant’Elia scende per 6,5 chilometri alla Collegiata di Santa Maria a Mare di Maiori ed è dedicato alle donne che trasportavano sul capo le ceste di limoni sfusati raccolti sui terrazzamenti oltre a ogni genere di bene necessario (l’azienda agricola leformichelle.com, organizza anche Lemon Tour con sosta degustazione).
La dispensa
La tradizione agricola di Tramonti si gusta a tavola con eccellenze come il vino tintore (certificazione Doc), olio (Colline Salernitane è riconosciuta Dop), il pomodoro Re Fiascone, antenato del San Marzano e originariamente dedicato a Re Umberto, il fior di latte (ma anche ricotta e caciocavallo), il pane biscottato, miele, funghi, castagne, limoni e il Concerto, rosolio aromatico a base di erbe e spezie inventato dall’antico Conservatorio di Pucara a Tramonti. Da inizio Millennio inoltre tra i monti del borgo c’è un’eccellenza in più: il laboratorio di Sal De Riso da cui partono prelibatezze che riforniscono l’omonima pasticceria e bistrot sul mare nella vicina Maiori, i ristoranti in Italia e nel mondo.
La pizza, tramonti e il mare è
Da Tramonti che la pizza conquista il mondo. Qui fin dal Medioevo si cuoceva un impasto di cereali inferiori condito con lardo e erbe aromatiche, tradizione che si evolve nel tempo contemporaneamente al rito di inserire una cotta di pane condita con l’infornata del cosiddetto “pane dei marinai”, il pane biscottato integrale cotto due volte per garantirne la lunga conservazione. Ma è negli Anni ’50 che un casaro tramontano, Luigi Giordano, esporta la pizza fuori dai confini territoriali, prima a Novara e poi nel mondo, grazie a un’intuizione: utilizzare le eccedenze del fior di latte per condire la pizza di un proprio locale che fin dal nome evocasse la costa, A’ Marechiaro. Da lì al successo il passo è stato veloce tanto che oggi l’Associazione Pizza di Tramonti raduna numerosi professionisti e che, fin dal 2010, la pizza di Tramonti ha ottenuto la certificazione De.Co, denominazione comunale (per info: pizzatramonti.com).
Photo courtesy of Pizzatramonti