Teatro Filodrammatici Milano, in scena “Bed Boy Jack”

Teatro Filodrammatici Milano, le vicende di “Bed Boy Jack”

Scritto da Redazione on . Postato in Appuntamenti, Cultura

In scena al Teatro filodrammatici (17 marzo, 4 aprile 2022) “Bed Boy Jack”, una vicenda realmente accaduta che fa riferimento ad un serial Killer ed alle successive vicende portate fino all’estremo suicidio.

Milano, Italia.
Si tratta di Jack Unterweger, un pluriomicida che si muove tra le pieghe della riabilitazione e del cinismo mettendo in scena la farsa di se stesso. Il suo è un profilo delinquenziale che potremmo definire da manuale se non fosse caratterizzato da intersezioni sociali che aprono a numerose riflessioni, contraddizioni e drammatiche attualità. Quale occasione migliore per una pièce teatrale? Tuttavia Bruno Fornasari ne fa un vero e propio progetto di scena, caratterizzato da una maestria attiva, ricca di aperture alla riflessione e soprattutto ben articolata nei tempi e nelle parti.

Nella vita reale 

Unterweger, nato da madre viennese, non ha mai conosciuto il padre (soldato statunitense) e vive con il nonno in situazioni di povertà.; nonno descritto da lui come violento ma descritto da una ignorata zia come premuroso per quanto gli fosse possibile. Adolescente vede spesso la galera per vari reati tra cui piccoli furti e aggressioni a prostitute del luogo. Nel 1974 commise il primo omicidio, strangolando una diciottenne con il reggiseno: un nodo scorsoio che divenne in seguito la  sua “firma”, il suo spazio di recita, di sfida, di edonismo, che avrà l’epilogo dell’eutanasia inflitta a sé ed esibita al mondo.

Condannato a 25 anni di carcere gli furono condonati gli ultimi quindici come libertà condizionale per aver dimostrato di voler riscattare il propio operato attraverso la scrittura: una autobiografia (Purgatorio), poesie e drammi teatrali. Un gruppo di intellettuali, tra cui la futura (all’epoca) premio nobel Elfriede Jelinek firmarono una petizione e sostennero il suo rilascio. Partecipò a numerosi programmi televisivi sul tema della riabilitazione degli ex detenuti. 

Tuttavia nel primo anno dopo la scarcerazione vengono commessi sei omicidi di prostitute con modalità che richiamavano all’operato di Unterweger, la “firma” del reggiseno. Soprattutto erano maturate nuove modalità e nuove tecniche d’indagine che portarono presto a lui come colpevole.

Sulla scena, sul piano della rappresentazione e del confronto

I quattro attori coinvolgono nelle varie fasi del progetto teatrale rendendo pienamente e non in maniera didascalica le tappe della storia e i coinvolgimenti sociali ed emotivi. Tommaso Amadio, nei panni di Jack, soffre, si esalta, sfida la duplice chiave di lettura di vittima e carnefice. Tuttavia a colpire non è il singolo attore ma l’insieme del progetto che richiama il pubblico nelle varie sfide, andando oltre gli eventi e ponendoci crudamente davanti a contraddizioni, verità e dubbi.

“Mi sono squarciato il petto e ho lasciato che tutti ci mettessero le mani dentro, vi garantisco che la sensazione non è stata così piacevole” urla Jack ed a noi scorrono immagini di “Chi l’ha visto”, di tv spazzatura, di voyeurismo, di compiacimento e sensi di colpa. “Che il mondo sia uno schifo non fa certo di te un essere migliore” di rimando recita il commissario (Emanuele Arrigazzi) aprendo alla tematica delle narrazioni personali e sociali, all’autocompiacimento, all’assoluzione come antitesi della ricerca. Fanno da cornice, con ruoli ben delineati e rappresentati, Sara Bertelà e Chiara Serangeli che favoriscono il dischiudersi di porte per coloro che vogliono superare le apparenze ed addentrarsi nel profondo dell’animo umano. Grazie per la bella serata di buon teatro.
Foto Laila Pozzo


Pippo Biassoni

Info: Teatro Filodrammatici di Milano