NEL 2019 RICORRE IL CENTENARIO DEL TRASFERIMENTO DEFINITIVO A MONTAGNOLA DEL FAMOSO SCRITTORE PREMIO NOBEL, In un paesaggio mediterraneo, tra palme, sole, e fiori rossi e viola.
Lugano, Canton Ticino.
Quando Hermann Hesse, esattamente 100 anni fa, decise di trasferirsi da Berna a Montagnola, in Canton Ticino, vicino a Lugano, in un appartamento di Casa Camuzzi, non sapeva che quel luogo sarebbe diventato la sua patria definitiva.
Rimase qui più di quarant’anni fino alla sua morte, nel 1962, e qui scrisse alcune delle sue opere più importanti, “Siddharta”, “Il lupo della steppa”, e infine, nel 1943, “Il gioco delle perle di vetro” che contribuì alla sua fama mondiale e all’assegnazione del premio Nobel nel 1946.
A Montagnola, in quello che oggi, con Agra e Gentilino, è il comune di Collina d’Oro, lo spirito inquieto di Hermann Hesse trovò serenità e quiete.
In un paesaggio mediterraneo, tra palme, sole, e fiori rossi e viola, scoprì anche il piacere della pittura, che secondo lui lo salvò dall’infelicità.
D’altronde il paesaggio mediterraneo lo aveva già affascinato più volte nei suoi viaggi verso l’Italia tra il 1901 e il 1914 e nel Canton Ticino aveva già soggiornato per quattro settimane sul Monte Verità ad Ascona, per sperimentare la convivenza con una interessante comunità che praticava la teosofia e il ritorno alla natura.
Dal 1919 dunque Hermann Hesse scelse come paese di adozione la Svizzera italiana.
Un breve itinerario in questa zona permette di ripercorrere le orme dell’artista.
Prima tappa ovviamente il museo Hermann Hesse Montagnola, che ha sede in un’ala di Casa Camuzzi abitata dall’artista, un vivace centro di incontro e museo che ospita mostre temporanee, conferenze, concerti e letture per tutti coloro che vogliono immergersi nel suo mondo.
Il suo appartamento non si può visitare perché oggi è privato, ma la vista che si apre dal cancello d’ingresso sul parco colorato e lucente oltre il quale si stende il lago lascia immaginare i panorami rilassanti amati dall’artista.
A breve distanza c’è la Casa Rossa, anche questa oggi di proprietà privata, dove lui si trasferì nel 1931 insieme con la terza moglie Ninon Dolbin, che gli rimase accanto fino alla fine, pur conservando un grande rispetto della reciproca privacy.
La passeggiata su sentieri ombreggiati da una vegetazione ricchissima e da siepi di gelsomini scopre ogni tanto grandi affacci sul lago e idealmente sul Sud, verso l’Italia.
Una tappa del percorso è poi quella del cimitero di Gentilino dove è sepolto l’artista.
Tutto intorno anche boschi fitti dove è piacevole passeggiare anche in piena estate, interrompendo il cammino con una sosta in uno dei famosi Crotti del Canton Ticino, dove assaggiare vino rosso e formaggi tipici.
Nell’anno del centenario, dunque, il museo Hermann Hesse Montagnola, che ha sede in un’ala di Casa Camuzzi, propone un ampio programma: la mostra “Quel paesaggio così calmo e così eterno – la Collina d’Oro di Hermann Hesse”, la lettura in agosto di passi da “L’ultima estate di Klingsor”, il racconto scritto anch’esso nel 1919 durante l’estate, la mostra “Hermann Hesse e Theodor Heuss- un rapporto di amicizia in tempi mutevoli” dedicata al tema dell’amicizia tra lo scrittore e il primo presidente della Repubblica federale tedesca.
Nel mese di ottobre si svolgerà una lettura in tedesco e in italiano, con accompagnamento musicale, di pagine del romanzo “Demian”, apparso anche questo per la prima volta 100 anni fa, inizialmente con uno pseudonimo.
Inoltre in agosto si terrà un corso di acquerello sulle orme di Hermann Hesse: “Gli alberi sono santuari…” un omaggio alla sua attività di pittore, che si realizzò soprattutto con la tecnica dell’acquerello.
Testo e foto Franca D. Scotti