Un tempo era considerato un piatto povero che aveva la funzione primaria di… riempire la pancia in modo veloce, oggi la pizza si è conquistata una sua dignità di eccellenza, non solo in Italia ma nel mondo, e le pizzerie sono diventati locali in cui è possibile gustare la pizza in mente versioni. Per districarsi in questo mare magnum, ecco la settima edizione della Guida alle pizzerie d’Italia edita dal Gambero Rosso.
Napoli, Italia.
In un’assolta giornata di fine settembre, Gambero Rosso ha presentato la settima edizione della guida “Pizzerie d’Italia 2020”, pochi giorni dopo quella, giunta alla ventesima edizione, dedicata ai bar. Nella guida una raccolta di oltre 650 esercizi, un’appendice con più di 50 indirizzi delle migliori pizzerie italiane nel mondo, 120 novità e 10 nuovi ingressi nella vetta della classifica, per raccontare un comparto in continua crescita. Il punteggio è dato in spicchi (tre è il massimo a cui si può arrivare) per le pizzerie tradizionali, mentre le tre rotelle sono riservate alle pizzerie al taglio. La Campania è al vertice con 19 locali premiati, seguita dalla Toscana con 16, Lazio con 13, Piemonte con 7, Veneto con 6; Lombardia con 4; Abruzzo, Sardegna, Sicilia ed Emilia Romagna con 2; Liguria, Basilicata, Marche, Friuli Venezia Giulia e Calabria con 1.
Come in tutte le presentazioni delle guide del Gambero Rosso, ci sono state le premiazioni delle migliori pizzerie e dei più bravi pizzaioli: prima per la pizza napoletana è stata “Pepe in grani” di Caiazzo (Caserta); per la pizza all’italiana ”Seu pizza Illuminati” di Roma; per la pizza a degustazione “I tigli” di San Bonifacio (Verona); per la pizza al taglio “Pizzarium” di Roma. Premio speciale I maestri dell’impasto a Riccardo Antoniolo (“Ottocento Bio”, di Bassano del Grappa, Vicenza) e Salvatore Santucci (“Ammaccamm” di Pozzuoli, Napoli). Premio il pizzaiolo emergente a Francesco Arnesano (“Lievito, pizza, pane” di Roma). Altri premi speciali alla pizze dell’anno. Per la pizza a degustazione, La tartare preparata dalla pizzeria “Piano B” di Siracusa (questi gli ingredienti: carne Fassona de La Grande, maionese di capperi, olive taggiasche, foglie croccanti di cappero e sale grosso aromatizzato all’arancio); per la pizza all’italiana, Alici marinate e misticanza preparata dalla pizzeria Grigoris di Mestre, Venezia (gli ingredienti: bufala, alici di Pellestrina marinate, misticanza, sedano rapa e finocchio fermentato al profumo di limone); per la pizza napoletana Oceano preparata dalla pizzeria “Salvo” (gli ingredienti: fiordilatte, ricotta di bufala aromatizzata alle alghe, ricciola affumicata, pepe rosa, zest di limone, olio affumicato di Muraglia); per la pizza a taglio La nostra panzanella servita da “Lievito, pizza, pane” di Roma (gli ingredienti: baccalà cotto a bassa temperatura, concassé di pomodoro, oliva taggiasca, pomodorini confit, fiori eduli Poggi). Per finire, due premi speciali per le pizze dolci: Marte satin, preparata da LaBufala di Maranello, Modena (gli ingredienti: mele Granny Smith caramellate al profumo di Calvados invecchiato 8 anni, gelato alla crema e mentaal profumo di cioccolato) e Ricotta e bergamotta, preparata da “Bob, alchimia a spicchi” di Montepaone, Catanzaro (gli ingredienti: crema alla ricotta, lamelle di mandorle, polvere di liquirizia, menta e marmellata di bergamotto).
Alla fine pizza per tutti i partecipanti, ovviamente. E nessuno si è tirato indietro… perché la pizza, quando è fatta come va fatta, è davvero un piatto buono e soddisfacente, a cui pochi riescono a resistere (e non sanno cosa si perdono).