Milano, Italia.
Il nostro “Babbo Natale”, si sa, al Nord è “Santa Lucia”, come noto la protettrice dei ciechi anche per i cattolici e che quindi rappresenta la “luce”.
E l’ambasciata di Svezia non si dimentica di ricordarlo, insieme a qualche “foodies food”: questa volta una degustazione di “glögg” (bibita calda speziata) e “pepparkakor” (biscotti speziati). Per far questo La Svezia ha organizzato anche quest’anno, come spiega Karin Melin, capo ufficio stampa di Visitsweden, i festeggiamenti di Santa Lucia a Roma e Milano.
Santa Lucia è una tradizione molto suggestiva e amata dagli svedesi. A Milano, i festeggiamenti sono stati fatti nella Chiesa San Fedele.
È il quinto anno consecutivo che l’Ambasciata di Svezia porta appunto in Italia una delle tradizioni più amate nel calendario svedese. Il corteo di Santa Lucia, composto da giovani del liceo musicale Nordiska Musikgymnasiet di Stoccolma, tutti in vesti bianche e con in mano una candela, ha illuminato le due città italiane cantando una decina di inni tradizionali natalizi.
Come si festeggia la Santa Lucia in Scandinavia? Per celebrare la ricorrenza, in Svezia non si deve mai andare lontano. All’alba del giorno di festa migliaia di bambini e adolescenti illuminano il buio invernale con canti, dolci e candele. In ogni angolo del Paese, nelle famiglie, scuole, asili, uffici, negozi, ci si riunisce ad ascoltare le melodie natalizie e per festeggiare la luce in attesa del Natale.
Il corteo di Santa Lucia arriva anche nelle prigioni, negli ospedali, nelle case di riposo e in altri luoghi in cui la mobilità è più difficile. E proprio questa l’idea di Santa Lucia: non bisogna cercarla, viene ovunque nelle città, e porta la luce dove c’è il buio.
“Nel corso degli anni – racconta Melin – il ruolo di chi rappresenta Santa Lucia è cambiato molto. Prima era più importante che le candidate fossero belle, oggi invece le candidate devono prima di tutto saper cantare Bene”. Per esempio, la Santa Lucia di Göteborg viene scelta sulla base di un file audio, senza nessuna immagine del volto di chi canta.
“Spesso – Conclude Lenin – si preferisce eleggere le persone che si impegnano in cause di interesse pubblico come i diritti umani e le pari opportunità.
Negli ultimi anni in alcune scuole superiori si è sollevata la questione delle pari opportunità e politiche di genere nella scelta di Santa Lucia, ed è nato un dibattito sul dare l’opportunità anche ai ragazzi di rappresentare la santa nelle scuole”.
Effevi