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Parigi, Francia.
All’ingresso un immenso pannello luminoso ricorda uno schermo cinematografico. Assenti i titoli di coda e i nomi degli attori. È la prima “traccia” dell’ esposizione, la chiave di lettura (forse) di Anywhere, anywhere. Out of the world, la personale che l’artista Philippe Parreno, una figura eminente della scena artistica internazionale, ha allestito al Palais de Tokyo a Parigi. Si ispira a una frase di Baudelaire il titolo della mostra “Non importa dove, purché fuori dal mondo”… ed è proprio in una dimensione altra che Parreno porta il visitatore. Uno spazio-non spazio in cui il tempo sembra sospeso e le architetture già surreali nella loro (voluta) non finitezza del Palais de Tokyo si (ri)animano attraverso il gioco di un allestimento in cui oggetti, musica, luci e proiezioni video si integrano e si fondono al ritmo di Petrouchka di Stravinsky.
La melodia racconta la storia di una marionetta che prende vita. Elemento spettrale come le mani invisibili che muovono i tasti dei diversi pianoforti disseminati lungo il percorso dell’esposizione. L’effetto è un cortocircuito dei sensi in cui visione e sonorità spezzano in maniera inusuale il “solito” percorso del vedere e dell’ascoltare. Imperdibile il video dedicato a Marilyn Monroe (2012). Anche qui, un fantasma che Parreno invoca attraverso una ricostruzione perfetta della suite de l’hotel Waldorf Astoria di New York che la Monroe occupò nel 1950, della sua voce e della sua scrittura: da vedere.
Anna Consilia Alemanno