In scena dal 14 al 24 marzo, al teatro Leonardo di Milano, lo spettacolo di e con Corrado d’Elia, sul celeberrimo artista olandese. L’uso sapiente della parola e l’adattamento essenziale di Chiara Salvucci fanno danzare l’arte di van Gogh nella mente degli spettatori che, attraverso il racconto, vedono “la sua anima stesa al vento ad asciugare”
Milano, Italia.
Vincent van Gogh/Corrado d’Elia è in scena, seduto su una sedia, l’anima sulle labbra.
Comincia un monologo che è narrazione poetica, versi in rima, racconto di quadri.
D’Elia con la sola forza delle parole (e di un’interpretazione intensissima) materializza l’interiorità tormentata del celebre artista. Non descrive le tele del pittore, bensì l’ispirazione che li ha generati; conduce lo spettatore a sedersi alla stessa tavola della famiglia di contadini de “I mangiatori di patate“, a entrare ne “Il caffè di notte“, a solcare un “Campo di grano con corvi”.
Ad ogni quadro corrisponde una scena, fatta solo di parole che roteano nell’aria, la voce fonda del protagonista ed esplosioni di colore che invadono lo spazio. Il palco è spoglio: un’idea di campo appena arato e un fondale neutro che si presta ai cambi di stagione e di sentimento. Luci e musica sottolineano efficacemente i diversi momenti e spesso irrompono, tra un “capitolo” e l’altro della storia intima di Vincent, con prepotenza.
La necessità di raccontare
L’arte per lui è “necessaria“, come mangiare, come camminare…come per Corrado d’Elia lo è raccontare, si direbbe. Il testo, che nel gennaio 2024 ha vinto la XVII edizione del Concorso Europeo per il Teatro e la Drammaturgia Tragos, nella sezione Autore Contemporaneo, è composto dallo stesso regista e interprete, che nella scrittura trasfonde la sua personale conoscenza del pittore “più pittore di tutti i pittori”. Godibilissima anche la lettura dei testi, pubblicati con Skira Editore, intervallati dalle immagini dei quadri di van Gogh. Certo, leggere le rime e apprezzarne la musicalità, con il ricordo della voce narrante di d’Elia nelle orecchie è un’altra cosa. Voce talvolta rotta talvolta impetuosa, a tratti tenerissima.
Particolarmente commosso e commovente il racconto dell’amore per Sien, una ex prostituta di cui van Gogh si innamora perdutamente dando vita a una famiglia non convenzionale, incompresa e assai criticata all’epoca. Durante il delicato racconto l’interprete si fa trasparente: il pubblico può vedere il suo cuore palpitare.
“Se guardo un uomo mentre lo dipingo, mi è facile vedere nei suoi occhi l’infinito. E poi le fragilità, le paure, le ossessioni, i sogni, i segreti, le cose buone e, perché no, anche l’amore di Dio. Questo almeno è quello che vedo io“.
Ed è ciò che vede lo spettatore: d’Elia non ci regala solo quella di van Gogh, ma la sua stessa anima “stesa al vento ad asciugare”.
Lo spettacolo ha riscosso grande successo, con standing ovation di molti giovani di alcune classi di liceo, convenute liberamente, come ci hanno tenuto a specificare due simpatiche professoresse conosciute durante gli applausi finali.
INFO
Io, Vincent Van Gogh
Teatro Leonardo
martedì/sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30
Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02-86454545
Photo Elena Borravicchio