Lady Constance Lloyd. L'importanza di chiamarsi Wilde

Lady Constance Lloyd. L’importanza di chiamarsi Wilde

Scritto da Giulia Cordasco on . Postato in Cultura

Sopra, clinica Bossi all’epoca.
Foto piccola in alto, dipinto di Constance.

“Mi chiamo Constance Mary Lloyd. Avevo ventidue anni quando ho incontrato Oscar Wilde, ma lui non è l’unica cosa importante della mia vita, anche se il nostro è stato un grande amore. Non mi sono mai sentita vittima di mio marito. Questa che state per leggere è la mia storia, la mia parte di verità.”

Constance, Oscar e Cyril.

Genova, Italia.
Un anno fa la nostra collaboratrice Alessandra Chianese nel suo articolo “Donne straordinarie, forti, rivoluzionarie” (clicca qui per leggere l’articolo) ci aveva raccontato della nascita della nuova collana di Mauro Morellini “Femminile Singolare”, diretta da Sara Rattaro e inaugurata a maggio 2021. Oggi andremo alla scoperta di una di queste donne straordinarie, Lady Constance Lloyd, raccontata dalla giornalista e scrittrice Laura Guglielmi.

Chi era Constance Mary Lloyd?

Lady Constance nacque a Dublino il 2 gennaio 1859 da Horace Lloyd, avvocato irlandese che morì quando lei ha soltanto sedici anni, e Adelaide Barbara Atkinson, detta Ada, che Constance stessa descrisse come donna difficile e madre crudele. Crebbe in un ambiente familiare freddo e austero; il padre era sempre fuori casa, spesso ubriaco, e la madre mal tollerava i continui tradimenti del marito finendo, in poco tempo, con lo sfogarsi sui figli – Constance e suo fratello Otho – e, dopo la sua morte, ad avere come unica aspirazione di vita trovarsi un nuovo marito.

Constance era certa di una cosa: non avrebbe mai fatto la fine di sua madre e se si fosse sposata, avrebbe scelto un uomo con il quale vivere un rapporto paritario, non di sottomissione come invece sentiva sulla sua pelle ogni giorno. Riceveva tantissime attenzioni da parte dei principali rampolli della classe media inglese, ma con nessuno di loro avrebbe voluto trascorrere la sua vita, finché…

… Durante un rinfresco incontrò Oscar Wilde

“Quando vidi gli occhi di Oscar puntati su di me mentre leggevo i versi di Dante vicino al pianoforte, sentii un brivido lungo la schiena. Ci scambiammo solo qualche parola, ma la sua voce, la sua statura, il suo abbigliamento mi avevano dato le vertigini. Non era bello, ma ne fui subito attratta.” Tutta Londra parlava di lui e il suo appartamento, chiamato Keats House – un omaggio a John Keats, poeta tanto caro ad Oscar -, divenne in pochissimo tempo uno dei più ambiti salotti della città.

Oscar la definì fin dal loro primo incontro “una ragazza davvero rara”, dalla “voce profonda, i lineamenti delicati e degli occhi castani di un’intensità che lo avevano colpito, quasi come un dolore al petto” e divennero ben presto una coppia inseparabile, con gli stessi interessi, le stesse idee politiche, le stesse opinioni su poeti, scrittori e artisti.

Si sposarono il 29 maggio 1884 nella chiesa di Saint James di Paddington, a Londra.

Constance Lloyd, non solo moglie

La maggior parte delle persone a cui ho consigliato questo libro nelle ultime settimane mi ha risposto “Davvero Oscar Wilde era sposato?” per poi continuare, subito dopo, con frasi come “Vabbé ma poverina, è stata una sfortunata moglie di facciata, chissà che vita triste ha avuto!”. È stato davvero così, però?

La risposta è no. Innanzitutto, il matrimonio tra Constance e Oscar è stato un grande amore, unito da profonda comprensione (soprattutto di lei) e altrettanta stima reciproca. Ci sono, inoltre, tantissimi aspetti della sua vita che la rendono unica, nel suo tempo; pioniera nella moda, giornalista, scrittrice, femminista e molto attiva nel sensibilizzare l’opinione pubblica verso la parità dei diritti di genere e molto altro. Vedete? Non è stata solo una moglie.

Nel 1895, dopo l’arresto di Oscar – in pratica avvenuto per colpa dello scrittore che si era messo nei guai da solo, denunciando per calunnia il padre del suo amante che lo accusava in pubblico di sodomia e che aveva ben saputo difendersi arrivando a far arrestare Wilde – Constance cambiò il proprio cognome e quello dei suoi figli, Cyril e Vyvyan, in Holland, i quali lo mantennero per tutta la loro vita. La coppia non divorziò mai anzi, lei provò fino all’ultimo a ricucire il loro matrimonio, inutilmente.

Cosa lega Lady Constance all’Italia?

Constance rimase affascinata dalla letteratura italiana, in particolare da Dante Alighieri e la sua intramontabile Divina Commedia, fin dalla giovane età, e in seguito ai problemi con la giustizia di Oscar decise di lasciare l’Inghilterra spostandosi in un primo momento in Svizzera e poi proprio in Italia, nella riviera ligure.

Alcuni dei luoghi descritti nelle sue lettere con minuzia e stupore sono tutt’ora riconoscibili, ad esempio l’Hotel Eden di Genova, dove soggiornò appena arrivata dopo l’invito di una cara amica che viveva a Bogliasco, oggi residence di lusso; il villino Edelweiss, di proprietà di amici, oggi Fondazione Bogliasco e Villa Elvira, sempre a Bogliasco, sua ultima abitazione, ancora oggi di proprietà privata.

Laura Guglielmi ci delizia, nei ringraziamenti, di una curiosità riguardo un altro luogo tristemente collegato a Constance, ovvero la clinica di San Fruttuoso in cui morì, pochi giorni dopo un’operazione, il 7 aprile 1898. Oggi l’edificio è un’abitazione privata e Laura, un giorno, ha deciso di suonare il campanello, spiegando all’attuale proprietario la storia di Constance e della sua casa. “Probabilmente”, scrive Laura, “Otho e Margaret – la principessa asiatica amica di Constance – sono stati gli ultimi, in quell’aprile 1898, a suonare a quella porta”. Ma non solo: gli ha donato una foto d’epoca della clinica. Da cinquant’anni l’uomo stava cercando una fotografia di com’era la sua casa un secolo fa.

Merita davvero conoscere la storia di Lady Constance?

Se, arrivati a questo punto, qualcuno tra di voi fosse ancora indeciso sulla lettura o meno della biografia romanzata scritta da Laura Guglielmi, mi permetto di passare la parola direttamente all’autrice, per farvi dire da lei altri sei motivi per i quali si, la sua storia merita davvero di essere conosciuta.

Per capire che Oscar Wilde l’ha sposata perché era innamorato di lei, e che non è assolutamente stata un ripiego, una donna dello schermo come vuole la vulgata;

Perché Constance dopo il processo di suo marito è stata dimenticata, mentre Oscar è stato riabilitato tanto da diventare un’icona: è arrivata l’ora di riscoprirla;

È probabile che Constance abbia scritto alcune opere di Oscar, e chi ama le opere del dandy più famoso d’Inghilterra deve saperlo;

Constance era una donna moderna: non lo ha mai lasciato e sono rimasti legati anche quando lui è finito in carcere, quindi non è rimasta scandalizzata dalle scelte omosessuali del marito e dell’incarcerazione;

Per capire di che “stoffa” fosse fatta: nonostante fosse malata, prese un treno per andare da Genova a Reading, carcere vicino a Londra, per comunicare di persona a Oscar che sua madre, Lady Speranza Wilde, era morta;

– Perché ha scelto di vivere in Italia e la si può andare a trovare a Genova, nel cimitero monumentale di Staglieno.

Scheda libro:

Titolo: Lady Constance Lloyd – L’importanza di chiamarsi Wilde

Autore: Laura Guglielmi

Editore: Mauro Morellini

Genere: biografia romanzata

Costo cartaceo: 17 euro

Costo E-book: 8,99 euro

Pagine: 256 pagine

Per ulteriori approfondimenti e curiosità:

– Link all’acquisto

– Sito internet ufficiale di Laura Guglielmi

– Profilo Instagram di Giulia A. Cordasco

Giulia Cordasco

Classe 1988, curiosa dalla nascita e consulente di professione, ama la natura, i libri e il buon vino. Nata ad Acqui Terme, ha vissuto a Genova, a Valladolid, a Milano, a Roma, nel Salento ed adesso è tornata ad Acqui, dove sta preparando la sua prossima avventura. Una laurea in Lingue e letterature straniere per il Turismo culturale e una in Progettazione e gestione delle imprese turistiche che le hanno permesso di arricchire il suo bagaglio culturale e il lavoro, in questi dieci anni, è stato un intreccio perenne di storia, cultura, turismo ed enogastronomia. La sua passione per la cucina le ha permesso di lavorare anche per il programma televisivo "Ricette all'Italiana" andato in onda ogni mattina su Rete 4 fino a inizio 2021. Nel 2015 ha pubblicato un saggio nel volume "Milano nella Grande Guerra. La memoria dei Caduti e il Cimitero Monumentale" (Biblion Ed.), nel 2018 un racconto nella raccolta "Cinque donne e un intruso" (Amazon) e nel 2021 "Diario di un lavoratore stagionale", il suo primo romanzo autobiografico.