Milano, Italia.
Fino a domenica 11 febbraio è in scena, al Teatro Filodrammatici, La scuola delle scimmie, per riflettere, anche con ironia, su temi di grande attualità.
La vicenda trae spunto da un fatto storico accaduto nel Tennessee nel 1925; il giovane professor Scopes, supplente di biologia, viene processato per aver violato la legge che vieta l’insegnamento della teoria di Darwin a scuola. Il processo suscita grande curiosità e accesi dibattiti. L’azione si trasferisce quindi nell’Italia del 2015 dove un giovane professore di scienze, che ha perso il fratello convertitosi all’Islam, vuole insegnare la storia e l’evoluzione delle religioni in una scuola di periferia, scontrandosi con la dirigente scolastica. Si alternano quindi le due storie e le due scenografie riflettendo su diversi temi di grande attualità: non solo la religione, ma anche il razzismo, lo scontro tra generazioni, la scuola, l’amore; il tutto trattato con grande maestria ed ironia da Bruno Fornasari, autore e regista dello spettacolo teatrale.
La scenografia è particolare e molto dinamica, anche per i giochi di luce e i filmati proiettati sul fondo del palco; elementi quali pareti mobili e arredi sono mossi dagli attori stessi e da “uomini scimmia”. Il cast di attori si esibisce in una performance che entusiasma il pubblico, interpretando anche due personaggi: Sara Bertelà, ad esempio, è la simpatica mamma americana del professor Scopes e l’arcigna dirigente scolastica italiana.
Lo spettacolo si conclude con tutti i protagonisti in scena, in un alternarsi di brevi battute con un sottofondo musicale, ognuno ad esprimere le proprie opinioni. Come dice l’autore: ”Ecco, solo per cercare di chiarire qualche dubbio e non riuscirci”, forse perchè ciò che più importa sono la libertà e il rispetto reciproco.
Cristina Cipolla