INTERVISTA A ELENA D’AMARIO, LA STELLA ITALIANA DELLA PARSONS DANCE

Scritto da Alfredo Verdicchio on . Postato in Cultura

Milano, Italia.
Lei è la dimostrazione che il tuo sogno, quando ci credi davvero, può realizzarsi. Di Pescara, classe 1990, Elena d’Amario, sin da bambina, aveva una sola idea in testa: diventare una ballerina. A 21 anni partecipa ad Amici il famoso talent di Maria De Filippi e qui si fa notare imponendosi all’attenzione del grosso pubblico. E si aggiudica anche una borsa di studio per andare a New York e starci due mesi. Elena gioca la sua carta senza dormire sugli allori, senza godersi un briciolo di popolarità da reality. Non sa neanche parlare bene l’inglese ma l’America è o non è la terra delle grandi possibilità?
A strapparle il biglietto per il successo nella Grande Mela è David Parsons, il massimo esponente della post modern dance americana. La ragazza lo impressiona per professionalità e capacità di sacrificio. Parsons decide di metterla sotto contratto (unica italiana del gruppo) in pianta stabile nella sua compagnia di danza moderna e, dopo qualche tempo, di affidarle addirittura la mitica Caught, la sua coreografia più famosa nel mondo che in oltre in oltre trent’anni di attività della Parson Dance ha avuto solo un’altra donna a interpretarla.
Un impegno che Elena assolve nel migliore dei modi tanto da meritarsi la critica entusiastica della severissima critica Anna Kisselgoff del New York Times che definisce la sua performance come “la più passionale di tutte”.
Elena, di recente in tour con la Parsons Dance all’Arcimboldi di Milano, ci ha ha raccontato la sua storia tra una prova e l’altra e ci ha confidato il suo nuovo sogno da realizzare. Alla fine c’è anche un simpatico saluto a Milano di David Parsons.

Alfredo Verdicchio
alfredo@agendaviaggi.com

Alfredo Verdicchio

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Convinto che, come diceva John Lennon «La vita è ciò che ti succede mentre sei impegnato a fare altri progetti» Alfredo Verdicchio, romano, ma ormai milanese d’adozione, è un giornalista professionista con una vasta esperienza che lo ha visto anche dirigere alcuni giornali per ragazzi. Si è occupato di musica, cinema e televisione. E’ amante della buona cucina e della “sana lentezza”. Il viaggio per lui non si misura in termini di chilometri percorsi, magari in sella alla sua passione: un Harley rossa, ma in termini di sensazioni provate, di esperienze vissute, come ad esempio degustando un piatto particolare e scoprirne la storia, o magari centellinando un buon vino, oppure cogliere un nuovo aspetto della propria città. Perché tutto, alla fine, diventa viaggio a partire dalla nostra vita…