Dal 9 al 14 gennaio sul palcoscenico del Filodrammatici “Il racconto dell’Ancella”, tratto dal romanzo distonico del 1985 di Margaret Atwood, traduzione per Ponte alle Grazie di Camillo Pennati, con Viola Graziosi, musiche Riccardo Amorese, regia di Graziano Piazza con produzione del Teatro della Città.
Milano, Italia.
Tema del racconto e’ una proiezione al futuro del rapporto tra potere dittatoriale e un controllo dei corpi attraverso il patriarcato massivamente oppressivo “Noi vi semplifichiamo tutto… davvero pensate che innamorarsi sia essenziale? I matrimoni per procura hanno da sempre funzionato”. La complessità viene azzerata a favore di un annichilente sudditanza, travestita da promessa risolutiva di problemi.
Ancella: donna fanciulla addetta ai servizi domestici; serva; cameriera. Nel mondo romano “la schiava addetta al servizio delle matrone”. Da Margaret Atwood uno sguardo consapevole di un presente (“Il racconto dell’’ancella” ed. Ponte alle Grazie 1985) che guardava ad un futuro letto tra l’inevitabile e l’ avvertimento.
Un futuro che scivola propio dove non poteva che scivolare. “…le donne sono sorvegliate e divise in categorie secondo il colore : azzurro le Mogli, verde le Marte, domestiche, marrone le Zie, , rosso le Ancelle, uniche ancora in grado di procreare . Nessuna può disobbedire, pena la morte o la deportazione .”
Non può che richiamare l’attenzione, allo stupro come arma da guerra, al femminicidio come frustrazione dell’impotenza patriarcale, all’Afganistan, all’Iran. La sottomissione delle masse passa attraverso il controllo dei corpi, attraverso l’annullamento della ragione e quindi dell’essenziale compenetrante del pensiero femminile. Il pensiero tipico della destra golpista: a fenomeni complessi offrire risposte semplificate in apparenza funzionale che riducono la libertà in obbligo. Una massa di uguali privati dall’incognita del vivere.
Un monologo, quello di Viola Graziosi, che mette in scena la banalità della sottomissione fatta dittatura. Sempre realizzata e richiesta da un bene/bisogno superiore, che giustifica la privazione. Molto efficace Viola Graziosi, un po’ meno la regia che tratta una esposizione forse un po’ toppo complessa per essere affrontata in monologo. Sicuramente da vedere, tematizza molto bene e fa riflettere.
Foto Pino Le Pera
Testo Pippo Biassoni
INFO
Teatro Filodrammatici
Viola Graziosi in
IL RACCONTO DELL’ANCELLA
da martedì 9 a domenica 14 Gennaio 2024