
“FRIDA KAHLO – UNA VITA PER IMMAGINI” IN ESPOSIZIONE ALLA MOLE VANVITELLIANA DI ANCONA

Foto Guillermo Kalo.
Foto piccola in alto, Frida Kahlo diciottenne, Messico, 1926.
Stampa alla gelatina d’argento, vintage.
Foto Guillermo Kalo.
CON PIÙ DI 100 SCATTI, ATTRAVERSO L’OBIETTIVO DEI PIÙ GRANDI FOTOGRAFI DEL PRIMO NOVECENTO, LA MOSTRA È UN VERO E PROPRIO VIAGGIO CHE VUOLE RIPERCORRERE LE VICISSITUDINI DI QUESTA STRAORDINARIA ARTISTA, FIGLIA DELLA RIVOLUZIONE, PERCHÉ NON SI PUÒ COMPRENDERE FINO IN FONDO LE OPERE DI FRIDA SENZA CONOSCERE LA SUA VITA. IN MOSTRA DAL 27 FEBBRAIO AL 22 MAGGIO.

Stampa alla gelatina d’argento, vintage.
Foto Guillermo Kalo.
Ancona, Italia.
Negli scatti, Frida veste spesso in abiti lunghi, colorati, arricchita di accessori etnici
Il percorso fotografico ha inizio con le immagini dei personaggi più eroici del Messico di Primo Novecento, come Pancho Villa ed Emiliano Zapata, ed è proprio il mito della rivoluzione messicana che resterà impresso nella mente di Frida e ne segnerà la personalità di “donna rivoluzionaria”.
Nonostante fosse nata il 6 luglio 1907 a Coyoacan, un piccolo sobborgo alla periferia di Città del Messico, Frida Kahlo, dichiarerà spesso di essere nata del 1910, in piena rivoluzione messicana.
Negli scatti, Frida veste spesso in abiti lunghi, colorati, arricchita di accessori etnici, come anelli e collane dal gusto tribale e con i capelli raccolti e impreziositi di fiori.
Voglio essere la tua casa, tua madre, la tua amante e il tuo figlio…
Nei suoi occhi un velo di tristezza quasi a manifestare il suo profondo senso di inquietudine per una vita segnata da dolorosi eventi, come il terribile incidente in cui rimase vittima, in giovane età, che la segnerà fisicamente e psicologicamente per il resto della sua vita.
Le immagini mostrano spesso Frida accanto a Diego Rivera, il pittore con cui ha condiviso una tormentata e altalenante storia d’amore, un rapporto intenso e turbolento, fatto di passioni e tradimenti reciproci, che tra alti e bassi durerà per tutta la vita. L’essenza di un amore travolgente verso suo marito è racchiuso in questo verso che lei stessa gli dedica: “Voglio essere la tua casa, tua madre, la tua amante e il tuo figlio… Ti amerò dal panorama che vedi, dalle montagne, dagli oceani e dalle nuvole, dal più sottile dei sorrisi e a volte dalla più profonda disperazione, dal tuo sonno creativo, dal tuo piacere profondo o passeggero, dalla tua stessa ombra o dal tuo stesso sangue.”
La ritraggono nell’intimità della sua vita quotidiana
L’autoritratto per Frida è quasi un’ossessione, ritrarre sé stessa era un modo per raccontare il suo mondo, anche il suo dolore, e mostrarsi agli occhi della gente per quella che voleva essere.
“Frida sdraiata al sole” sono alcuni scatti del colombiano Leo Matiz, presenti alla mostra, che la ritraggono nell’intimità della sua vita quotidiana.
Possiamo ammirare anche un piccolo album di fotografie del gallerista Juien Levy, con cui Frida instaura un forte legame, che la ritraggono in particolari molto intimi, senza veli, con i capelli sciolti e con un sorriso compiaciuto.
Sono esposti inoltre alcuni documenti come il catalogo originale della mostra di Frida, organizzata da André Breton a Parigi, il primo “manifesto della pittura rivoluzionaria” firmato da Breton e Rivera e un grande dipinto del pittore cinese Xu De Qi che ha voluto rendere un omaggio a Frida Kahlo realizzando una copia che riproduce Las Dos Frida.
Icona del femminismo, ma anche del multiculturalismo
Non poteva mancare una sezione dedicata alla famosa “Casa Azul”, la vera essenza dell’artista messicana, oggi Museo Frida Khalo che accoglie migliaia di visitatori da tutte le parti del mondo.
La mostra si conclude con un video di pochi minuti che custodisce le poche ma preziosissime immagini della grande pittrice.
“Nonostante prima di morire avesse scritto nel suo diario: “Spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più”, Frida Kahlo è tornata con noi fino a diventare quasi l’oggetto di un culto a livello internazionale, una icona del femminismo, ma anche del multiculturalismo”, sono le parole di Alberto Rossetti, Presidente Civita Mostre e Musei, che ha inaugurato la mostra, sabato 26 febbraio, nella Sala Vanvitelli della Mole di Ancona.
Sara Scattolini

Stampa alla gelatina d’argento, vintage. Foto Guillermo Kalo.
INFO
Per informazioni: www.lamoleancona.it – serviziculturali@civita.art