Dal 12 al 28 aprile, a Milano, presso lo spazio ONOFF, di Fabrizio Fortini, fucina di arte contemporanea dedicata soprattutto ai giovai artisti, è in mostra “È una questione superficiale”, dello scultore Leonardo Fenu
Milano, Italia.
Non si contano i riferimenti simbolici e i richiami tra significante e significato in questa personale che è la prima dell’artista Leonardo Fenu (nella foto), aperta dal 12 al 28 aprile, presso lo spazio ONOFF di via Padova 94, a Milano.
L’uovo è il leitmotiv della mostra; a partire da una dimensione intima e famigliare, in cui l’artista ha avuto l’ispirazione per creare le quattro opere che compongono il percorso espositivo.
A partire dagli avanzi dell’uovo di Pasqua…
Laddove un comune mortale vede i pezzi avanzati di un uovo di Pasqua da riporre e consumare nel tempo, la mente dell’artista vede un’opera d’arte: “Ho iniziato a lavorare a quella forma perché mi piaceva – spiega con semplicità Fenu – Dopo le prime sperimentazioni mi è si è prospettata la possibilità di realizzare questa mostra e allora ho iniziato ad approfondire la ricerca sull’uovo, nelle varie sfaccettature. Ho scoperto che in natura le uova hanno forme diverse, più sferiche o più a punta, a seconda della loro utilità pratica: le uova degli uccelli che volano veloci sono a punta perché nel grembo materno hanno una forma appuntita che consente maggiore aerodinamicità, le uova degli uccelli che nidificano in luoghi pericolosi sono a punta perché se cadono dal nido rotolano meno delle uova sferiche”.
Le uova sono simbolo per antonomasia dell’origine della vita ma anche della perfezione formale. Sono vuote e ricoperte di carta argentata (come l’opera Quattro soli tramontati, non a caso) quando sono uova di Pasqua, ma sono anche vita che rinasce e rompe il guscio a primavera, esattamente ciò che le uova di Pasqua, che custodiscono al loro interno una sorpresa, rappresentano.
L’uovo in pittura è stato spesso associato alla vita divina, alla perfezione di Dio, a quella vita che, precisamente, rinasce a Pasqua, con la resurrezione…
Se, come diceva Aby Warburg, padre dell’iconologia: “Il passato, specie quello proveniente dalla tradizione classica, è un geyser insopprimibile, che gli artisti, quelli veri, ad un certo punto sentono aprirsi sotto i loro piedi, una sbuffata di quel vapore, ed ecco che ritorna una posa di statua, un danzare di ninfe, o addirittura Venere o Zeus”, certamente anche nella memoria artistica di Fenu devono essersi affacciati la Pala di Brera di Piero della Francesca o le uova di Casorati, ma la sua è una visione personalissima.
Il sole e la luna
“Ho pensato che fondamentalmente le uova di Pasqua sono vuote, manca loro il nucleo; anche con le uova che mangiamo, quando le rompiamo, il tuorlo cade, come un sole che tramonta. Ma l’assenza di giorno non è buio, è luce notturna, chiarore lunare”. Ecco che Quattro soli tramontati si tinge d’argento e la fantasia dell’artista lavora, sperimenta e giunge a Un raggio di tramonto cade in mare, dove il sole tramonta in una sottile asta colorata di rosso magenta, che fissata a un semi uovo color del mare, oscilla come un galleggiante in mare aperto.
Dal lavoro in itinere nasce, quasi involontariamente, Duale: “Non sempre le cose nascono come le avevamo pensate. Quest’opera è composta da due porzioni provenienti da due uova diverse. Si incontrano ma non combaciano. L’olio (lo metto ogni giorno prima di aprire l’esposizione) dà l’idea dello scivolamento, del movimento, lo slittare l’uno sull’altro. I due elementi si possono unire ma per produrre non un uovo ma qualcosa di più. Il colore nero poi può dare adito a molteplici interpretazioni: il buio, la notte profonda…”.
Il senso del movimento è un ossimoro presente in ciascuna delle opere esposte, il dinamismo è tipico del concetto stesso di scultura che Fenu esprime, le definirei “opere processuali”. Il risultato non è dato dal prodotto finito, egotico e fisso nello spazio bensì nasce ogni volta dal rapporto dinamico con lo spettatore che interagisce con le opere: se sfiora la superficie di Duale, la cui lucentezza è un richiamo irresistibile a essere toccata, si sporca le dita d’olio, se muove l’asta del galleggiante/Un raggio di tramonto cade in mare la mano gli si macchia di magenta e intanto contribuisce al farsi dell’opera, lasciando tracce inedite di blu/mare sul pavimento.
“Due origini di natura diversa è un’opera che mi piace particolarmente: sono due uova molto piccole, tanti non le hanno notate. Sono due origini, l’origine biologica dell’uovo e l’origine stessa della vita. Le ho collocate in un angolo, l’angolo è il punto focale, nel quale convergono i tre assi: l’incontro degli assi x, y, z è chiamata origine e dà origine allo spazio. Porre l’origine della vita all’origine dello spazio crea una concentrazione magnetica, come fosse un nido”.
Inciampiamo nella superficie del mondo
Tanta profondità di contenuti e suggestioni, allora, non coccia con il titolo della personale: “È una questione superficiale”? Ci risponde Simone Brambilla, amico e collega di Fenu, che ha curato il testo critico della mostra: “La superficie del mondo si apre davanti a noi, è ciò su cui noi inciampiamo, questo contatto è la prima battuta del dialogo tra i nostri sensi e il mondo stesso”.
È sì: la fruizione dell’arte…e della vita è decisamente una questione superficiale!
Photo Elena Borravicchio