Una famosa leggenda del XII secolo racconta che il Dio Sole Inti, guardando la Terra, si rese conto che il suo popolo doveva essere organizzato. Per questo creò Manco Cápac, il primo inca, e Mama Ocllo, sua sorella e consorte, dando loro il compito di trovare il punto dove la verga d’oro a loro consegnata sarebbe entrata nel terreno fino a scomparire. Quello sarebbe stato il centro del loro impero, Qosq’o in lingua quechua, l’ombelico del mondo. Si può intuire, da questo e altri miti, quanto questa terra sia antica e baciata dalla magia della tradizione.
A Cusco le tracce dell’impero inca si trovano ad ogni angolo, spesso sovrastate dai simboli cattolici eredità dei conquistadores di Pizarro, che volevano dimostrare la loro superiorità rispetto agli indios anche e soprattutto nella sfera morale e religiosa.Gli abitanti, i cuzqueñi, sono portatori dello spirito dei tempi antichi, e con orgoglio essi tramandano la tradizione, per non dimenticare il loro passato.
Ad esempio, nella Plaza de Armas, la piazza principale sia della Cuzco Inca che di quella moderna, assieme alla bandiera peruviana, sventola quella di Tahuantinsuyo, che con il suo arcobaleno, rappresenta i quattro quarti dell’impero inca. In questa splendida piazza, si possono ammirare la Cattedrale e le chiese di Jesús Maria, del Triunfo e della Compañía de Jesús.
In tutte queste chiese si trovano le opere d’arte del periodo coloniale di Cuzco, soprattutto della scuola cuzqueña. Nella Cattedrale degni di nota sono il quadro raffigurante la Vergine Maria che indossa una gonna a forma di montagna, orlata con un fiume che scorre, che si può identificare anche con la grande divinità peruviana della Pachamama (Madre Terra) e la reinvenzione dell’Ultima Cena di Da Vinci, dove il banchetto è formato da cibi tipici peruviani, al centro per esempio, troviamo il cuy, il porcellino d’india. Se ci si arrampica su ripidi scalini, che partono dalla Plaza de Armas, potrete arrivare al quartiere di San Blas, la parte più giovanile e artistica della città, costellata di localini, ristoranti e botteghe artigiane. In questa zona si trovano il Museo de Arte Precolombino e il Museo Inka, che vi faranno entrare nel vero spirito di Cuzco, tra statue, gioielli e manufatti delle civiltà precolombiane, vi prepareranno alle successive visite dei siti archeologici inca più importanti nel sud America.
Infatti non si può visitare Cuzco e non seguire le tracce che l’impero inca ha lasciato ai posteri. Dalla città si organizzano tour alla scoperta dei siti più vicini, come Qorikancha, il tempio del sole e della luna, le rovine Inca su cui poggiano la chiesa coloniale e il convento di Santo Domingo. Arrivati a questo antico centro astronomico, vedrete che è fatto completamente di pietra, ma lo dovrete immaginare completamente ricoperto d’oro massiccio, com’era ai tempi dell’antica grandezza inca. Infatti Qorikancha, significa cortile d’oro e si pensa che qui si tenessero i corpi degli antichi sovrani inca mummificati, che ogni giorno venivano esposti al sole e poi bruciati seguendo i tradizionali rituali. Da qui il tour proseguirà verso Sacsaywamán, un enorme fortezza fatta di massi di oltre 300 tonnellate, dove si sono svolte molte battaglie. Subito di fronte, come prova del genio inca, si trova una collina chiamata Rodadero, la quale molto probabilmente serviva come cisterna per l’acqua, a monte di un ingegnoso sistema di tunnel sotterranei per la distribuzione nelle località vicine, ora frequentati dai bambini per scivolare come se fossero al parco acquatico.
Gli altri siti che si visiteranno sono Puka Pukara, postazione di guardia che offre un panorama mozzafiato della Valle Sacra; Tambomachay, il luogo dove i re inca si riposavano durante i lunghi viaggi, del quale si narra di guardiani in possesso di una conchiglia che suonava così forte da permetter loro, in caso di pericolo, di avvertire e allertare il sovrano anche da lunghe distanze; Q’enqo, luogo adibito ai rituali ed alle cerimonie. Se questi siti archeologici vi hanno ipnotizzato, dovete assolutamente visitare i siti più lontani dalla città. Posto sulla sommità di una collina , circondato da precipizi e profonde gole, Pisac è uno di questi, un luogo secondo per bellezza solo a Machu Picchu.
All’interno di esso potrete ammirare le tombe dei sovrani intagliate nella montagna, il luogo di guardia con vasche cerimoniali e, attraversando tutto il monte, l’area sacra, il centro cerimoniale, con una vista unica sulla Valle dell’Urubamba. Al Chinchero, invece, chiamato dagli inca “il posto dove nasce l’arcobaleno”, potrete ammirare i numerosi terrazzamenti tipici dell’antico impero e anche qui un panorama spettacolare sulla Valle Sacra. Purtroppo gli invasori, scoprendolo, hanno raso al suolo un tempio per costruirci sopra una chiesa coloniale. Dopo la visita e la lunga discesa, durante il ritorno, potrete divertirvi nel pittoresco mercatino domenicale di artigianato e di prodotti tipici.
Un altro sito da restare a bocca aperta, completamente rapiti dalla meraviglia per la genialità con la quale è stato construito, è Moray e Maras. In una cavità profondissima vennero creati dei terrazzamenti concentrici, ognuno dei quali rappresentava un diverso microclima, così da sperimentare quale e quanti coltivazioni si potessero fare alle diverse temperature. Vicino a Moray ci sono las Salinas, usate fin d’allora per l’estrazione del sale. Proseguendo lungo il fiume Urubamba, si arriva a Ollantaytambo, un’imponente fortezza inca, formata da terrazze e sovastata da un tempio, nella quale l’antico dominatore di questi luoghi riuscì a sconfiggere in battaglia le truppe di Pizarro. Ollanta, città fortezza che ancora sopravvive dopo centinaia di anni, è anche il punto di partenza dei treni che, attraversando la Valle Sacra su binari estremamente piccoli, conducono ad Aguas Caliente. Da qui si parte alla volta di Machu Picchu, città perduta posta in cima al mondo e cicondata da alti picchi e da un’impenetrabile giungla, luogo simbolo del Perù, avvolto di mistero ed ombre che il passare dei secoli non è riuscito a dissolvere. Per i più sportivi da Cuzco si organizzano decine di attività all’aria aperta, dal rafting sul río Urubamba all’Inca Trail, 43 km di trekking, emulando gli antichi incas che da Cuzco si spostavano fino alla città perduta di Machu Picchu.
Non tutto l’oro del popolo inca è andato perduto. La quinoa, conosciuta dai locali come la madre di tutti i semi, è stata dichiarata dall’Onu pianta del 2013, perché grazie alle sue immense proprietà nutritive, ricca di proteine vegetali, amminoacidi, fibre e grassi insaturi e in grado di crescere ad ogni temperatura, dai climi più aridi a 4000 metri d’altezza, è considerata la soluzione ideale per sconfiggere o per lo meno alleviare la fame del mondo.
Lisa Marinoni
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