
NAXOS: UN’ISOLA SENZA TEMPO
Un viaggio a Naxos è una scelta perfetta per quel viaggiatore che nell’Ellade non c’è mai stato ma che vuole assaporarne, da subito, le unicità; è una scelta obbligata per chi la Grecia la conosce ma vuole partire alla scoperta di un posto dell’anima, di cui innamorarsi.
Naxos, Grecia.
Quest’isola, che è la più grande delle Cicladi, nel Mar Egeo, è in grado di parlare della Grecia come nessun altra. I suoi variegati colori, i suoi speziati e forti sapori, i suoi odori di macchia mediterranea e salsedine, lo conquisteranno, certamente. Nell’offerta di questo mix di emozioni sensoriali Naxos è unica, ma quello che ti resta nel cuore, per sempre, sono gli abitanti e le loro tradizioni. È gente semplice, amichevole e ospitale, fiera del legame profondo che ha strutturato con la propria terra.
Già, su di un isola ti aspetti di trovare gente di mare con storie da raccontare nel bar di un vecchio porto e invece ti accorgi che questa terra, pur avendo dato i natali a ottimi marinai è legata in maniera indissolubile all’agricoltura (si esportano patate di divina qualità), alla pastorizia, all’artigianato e ai suoi prodotti, ottenuti da pratiche manifatturiere antiche di secoli. Il cuore di Naxos non è lungo le coste, ma nello sguardo profondo degli isolani dell’entroterra, fieri signori di rumorose greggi, padroni assoluti di un’arte casearia millenaria, lavoratori infaticabili di un terreno aspro e difficile da domare.
Per essi il tempo s’è fermato, le loro attività sono le stesse da secoli. Questa terra ha reso i Naxensi autonomi nelle necessità primarie, ingenerando in loro un orgoglio profondo, forgiando, nel tempo, un modus vivendi unico. La mancanza di un aeroporto internazionale ha aiutato, e non poco, a preservare tutto questo, rendendone difficile la conquista da parte del vacanziere della domenica.
Certo, il progresso e il turismo hanno massicciamente cambiato molte delle attività isolane; altro non avrebbe potuto essere, con i 148 Km di costa presenti, con vacanzieri disposti a spendere per poterne godere integralmente e con un sindaco giovane e attivo, Manolis Margaritis, proiettato verso un progredito futuro.
Fortunatamente l’entroterra è ancora custode geloso delle vecchie tradizioni. L’interno è solcato da un alta catena montuosa ed è impreziosito da piccoli e deliziosi borghi, dove è conservato l’antico cuore naxense. Le agenzie turistiche mostrano il portale del tempio di Bacco, visibile allo sbarco dal traghetto, oppure espongono immagini della spiaggia di Plaka o di Prokopis, dimenticando realtà socioculturali imperdibili, come la pastorale cittadina di Apiranthos, con le sue chiese bizantine, o il piccolo borgo di Manì, dove si producono ancora, su antichi telai (Krevataria), dei tessuti meravigliosi.
Anche a ridosso del mare esistono tuttavia posti incantevoli, lontani dalle invasioni di massa. Nel versante orientale dell’isola, il più difficile da raggiungere e il meno ambito dal turismo consumistico, esiste il borgo marinaro di Moutsouma.
Un tempo, quando il commercio dello smeriglio estratto dalle viscere dei monti, era attività solida e redditizia, questo era un sito strategico. File di muli partivano dalle miniere di Koronida, carichi del prezioso elemento e dopo aver attraversato i monti di Apiranthos e di Koronos, giungevano al porto di Moutsouma, dove il nero abrasivo prendeva la via del mare. Una teleferica, attualmente abbandonata, prese il posto della lunga catena di uomini e animali. Questo luogo, che in pratica è la propaggine marina della città di Apiranthos, oggi è un vero incanto per gli occhi. Alte ed arrugginite gru, come spettri di un passato ormai trascorso, caratterizzano uno skyline che al tramonto assume le caratteristiche del magico, tra l’odore della salsedine che erode vecchie barche abbandonate e il profumo di frittura di pesce che fuoriesce dalle due taberne del porto.
Qui l’arte della semplicità gastronomica si sposa con le genuinità delle materie prime, soddisfacendo appieno i gusti dei viandanti affamati che giungono sin qui. È da consigliare senza indugio la degustazione della moussakà annaffiata da una birra ghiacciata, una Mythos o da una Fix Ellas.
Una riflessione a parte va fatta per la religiosità e il rapporto che gli abitanti dell’isola intrattengono con il soprannaturale. Per gli italiani che giungono dalla culla della cristianità, abituati ad officiare il proprio culto in basiliche enormi, a Naxos avranno di che sentirsi spiazzati, dato che pur essendo presenti sul territorio un significativo numero di chiese, anche molto grandi, il rapporto con il divino qui si consuma in modo personale, in piccole cappelle di pietra ad uso quasi familiare. Ve ne sono, poi, alcune, credo per ponderata scelta ubicativa, site in posti assolutamente meravigliosi con vista mare da mozzare il fiato, come quella che dall’alto guarda la baia che ospita il porto di Moutsouma.
Sono un soggetto fotografico irresistibile e immortalarle con luce da tergo, con lo sfondo di un cielo azzurro (esaltato da un filtro polarizzatore) che si specchia in un mare cristallino, è un’assoluta priorità che esula i routinari obblighi del turista distratto e che vi restituirà il fermo immagine di un ricordo indelebile.
Con un periplo isolano così grande, di spiagge non c’è che l’imbarazzo della scelta. Quelle a più fine granulometria e più facilmente fruibili sono, senza dubbio, le spiagge che s’incontrano sulla costa occidentale. Se arrivate con il traghetto, durante l’avvicinamento all’isola le vedrete scorrere davanti ai vostri occhi da destra. Trattasi di una lunga lingua sabbiosa dorata, inframezzata da deliziose baie, che inizia, subito dopo la Chora, andando verso sud, con la spiaggia Agios Prokopis, bella e dannata, paesaggisticamente incantevole ma, almeno d’estate affollatissima. La segue Agia Anna, con abbondante offerta di studios. Segue la spiaggia di Plaka, una delizia caraibica, un manto di sabbia fine esteso per circa 3 Km, bagnato da un mare cristallino e sormontato da dune che configurano a tratti un paesaggio quasi desertico. È un posto da godere sia di giorno (anche in alta stagione offre zone poco frequentate), che di notte, quando il fronte mare, sino quasi alla battigia, si popola dei tavolini delle retrostanti taberne, che offrono variegati e succulenti baccanali alla luce incerta e romantica di lanterne antiche.
Se di contro desiderate una spiaggia selvaggia, bellissima e lontana da occhi indiscreti, imperdibile è la piccola e ventosa Mikri Vigla posizionata prima della più famosa e meridionale spiaggia di Kastraki, una mecca degli sport acquatici: la vicinanza dell’isola di Paros fa confluire il vento nello stretto braccio tra le due isole, assicurando flussi eolici costanti, specie ad agosto, con picchi sino a 30 nodi. Un paradiso per chi pratica windsurfing e kitesurfing. Più a sud c’è un altro degli spot più rinomati per i soffi di Eolo: la spiaggia di Aliko. Infine, all’estremo sud dell’isola, sono da visitare assolutamente le spiagge di Panormos e Kaladou bay, non facili da raggiungere ma di straordinaria bellezza.
Ritornando sulla costa orientale, insieme alla già citata ed indimenticabile Moutsouma, va vista, senza indugio alcuno, la spiaggia di Lionas, famosa per il suo cromatico acciottolato e dove potrete godere di eccellenti tipicità gastronomiche al Delfinaki restaurant.
Infine la vecchia Chora, nella quale due sono le tappe imprescindibili: il più vecchio panificio di tutto l’arcipelago delle Cicladi, che cuoce il suo pane, ancor oggi, in un antichissimo forno; il piccolo negozio di spezie e formaggi, un ambiente che pare uscito da un libro di fiabe, dove potrete comprare, a prezzi irrisori, tutti gli aromi naturali che possono servire in cucina, derivati caseari di fossa straordinari e persino rimedi erboristico-naturali.
IL TACCUINO DI AGENDA VIAGGI
CONSIGLI TECNICI FOTOGRAFICI
Portare con sé un cavalletto stabile e un corpo macchina su cui preferibilmente viene montato un 24-70. Quest’obiettivo è quello principe e permetterà di affrontare quasi tutte le situazioni, anche quelle che richiederebbero un grandangolo spinto. Basta difatti, nei casi specifici, disporre la macchina in verticale su cavalletto e scattare plurime immagini che si sovrappongano del 25%. Verranno poi fuse in Photoshop con Photomerge. È necessario inoltre almeno un flash, visto che ci si troverà spesso a lavorare in controluce. Infine da non dimenticare un filtro polarizzatore, un filtro ND (meglio un big stop), memory card a sufficienza e batterie (per corpo macchina e flash) in abbondanza. Per chi non è addentro all’arte fotografica ma vuole comunque portarsi a casa una serie di immagini di paesaggio di buona fattura, ricordiamo che quasi tutte le reflex in commercio restituiscono immagini discrete, se la luce diviene nostra alleata.
COME ARRIVARE A NAXOS
1) Volo + Volo: da un aeroporto italiano (Napoli, Roma , Milano) sino a quello di Atene (2 h circa) e da Atene a Naxos (40 m.) con un volo interno giornaliero (Olympic Air/Aegean Airlines)
2) Volo + Traghetto: il volo dall’Italia può arrivare o ad Atene, nell’isola di Santorini o in quella di Mykonos per poi traghettarsi a Naxos. Consigliamo come destinazione Mykonos dato che in un ora di traghetto si giunge a Naxos
3) Traghetto + Traghetto: I porti di partenza dall’Italia sono Ancona, Bari, Brindisi e Venezia. L’approdo in Grecia è a Patrasso in circa 20-25 ore e di lì ulteriore traghetto per Naxos.
DOVE DORMIRE A NAXOS
L’affitto di uno studios o di un microappartamento + angolo cottura è la soluzione più duttile ed economica per una vacanza giovane ed informale. L’alternativa è il classico albergo di cui l’isola offre un’ampissima scelta.
Fanis Hotel-Studios Agia Anna
Plaza beach hotel Plaka
Coralli Apartment Mikri Vigla
MANGIARE A NAXOS
Sebbene siate su di un isola con difficoltà troverete la possibilità di acquistare o di mangiare pesce, disponibile in genere al mattino al porto o da gustare nelle tipiche taberne in riva al mare. L’offerta in carni è variegata e succulenta. Da assaggiare, nella tipica offerta culinaria naxense, è la patouda tradizionale piatto pasquale a base di agnello ripieno di verdure riso, uova formaggio, e finocchio, oppure il Kaloghero (piatto a base di melenzane) o, infine la Kefalopodia (trippa nella tipica versione cucinata ad Apiranthos).
Paradiso taverna & studios Agia Anna
Manolis Tavern a Maragas
INDIRIZZI UTILI
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Foto e testo di Raffaele Amato
bugwsa@libero.it