
SLOW TRAIN TOUR TRA ITALIA E SVIZZERA
Con Expo 2015, l’esposizione universale di Milano, Valtellina e Valposchiavo si uniscono dando vita allo Slow Train Tour, un lento viaggio tra Italia e Svizzera alla scoperta di colori, sapori e profumi.
Milano, Italia.
Valtellina e Valposchiavo , due delle regioni più belle dell’intero arco alpino, hanno in comune il fatto d’esser spesso considerate più come terre di passaggio che come destinazioni in cui vale la pena fermarsi e soffermarsi: semplici zone da attraversare per raggiungere località più gettonate, quelle che l’immaginario collettivo, plasmato dal marketing, ha assurto come simboli del turismo montano. Slow Train, da questo punto di vista, non è solo un viaggio attraverso la storia e le tradizioni di territori stupendi. Slow Train è anche e soprattutto occasione per rompere dei tabù, per infrangere gli schemi dominanti. E per ritrovarsi sopraffatti da una bellezza non scontata, che non riconosce confini e che non sottostà ai dettami della moda.
- Stazione Centrale di Milano, ore 11.11: lo Slow Train è fermo tra vecchi convogli e moderni Frecciarossa. Un gioiello del 1927 pronto a partire alla volta di Tirano, transitando per i magnifici scenari della Valtellina.
- Il locomotore, lento e deciso, conduce i viaggiatori fuori dalla città. Sui divani in pelle della cabina quasi centenaria si scambiano le prime parole con i compagni di viaggio, si bevono bollicine e si gustano i sapori del territorio. Mentre il treno costeggia le acque profonde del Lario si è invitati nella carrozza ristorante, per dare inizio all’esperienza enogastronomica dello Slow Train: un incontro intimo e prolungato con profumi e gusti della Valtellina, interpretati da chef stellati del calibro di Andrea Tonola, del ristorante Lanterna Verde di Villa di Chiavenna, con il suo trittico di trota.
- Si prosegue con altre creazioni stellate, dalla tartare di manzo fiori e colori di Antonio Borruso al Millefoglie di lamponi al profumo di sottobosco, by Mattias Peri dello Chalet Mattias di Livigno. Tutto accompagnato da vini di alto livello: indimenticabile lo Sforzato Corte di Cama 2010 della casa vinicola Mamete Prevostini di Mese.
- Un pranzo in grande stile non solo per il perfetto connubio food & wine, ma anche per l’eleganza della mise en place: piatti e complementi da tavola sono realizzati da artigiani valtellinesi secondo le tradizioni locali e con materiale a chilometro zero, dal legno alla pietra ollare, dal rame al ferro battuto.
- L’arrivo è a Tirano. Non solo capoinea di un viaggio slow, non solo terminazione ferroviaria e punto di congiunzione tra Italia e Svizzera, non solo base per la scoperta di territori affratellati da radici e tradizioni comuni e spesso separati da confini politici che non rappresentano la realtà.
- Tirano, chiamata anche la “Merano della Valtellina”, è una cittadina graziosa dalle antiche origini. Vale la pena la visita del centro storico, del santuario mariano, dei suoi palazzi storici, tra cui il secentesco palazzo Salis (nella foto) e palazzo Torelli.
- Proprio a Palazzo Torelli hanno sede le antiche cantine e il punto vendita con degustazione di Rivetti & Lauro, che offre vini di taglio internazionale ma non tradizionale. tra cui il Sotamà o lo Sforzato dell’orco.
- Alberto Rivetti, nel suo punto vendita, offre anche un’altra bontà tipica valtellinese, il formaggio Bitto. Il Bitto Storico, presidio Slow Food, è ottenuto ancora con il metodo tradizionale, rigorosamente in alpeggio, senza contaminazioni di natura industriale, senza l’uso di mangimi e rispettando la stagionalità. La differenza, al palato, si sente eccome.
- Tappa successiva alla tenuta la Gatta, proprietà della casa vitivinicola dei fratelli Triacca, poco fuori Tirano. Un ex convento domenicano del ‘500, un luogo dal fascino unico, dalle cantine pregne di storia al bellissimo dehors con vista panoramica sulla valle. La superficie vitata di 40 ha è la più estesa della Valtellina insieme a quella dell’altro top brand del vino, Nino Negri.
- La tradizione vitivinicola valtellinese è davvero importante, per quantità e qualità. La bassa ventilazione favorisce buone temperature in quota; la valle inoltre corre da est a ovest, con un’esposizione ai raggi solari molto alta e un gradiente termico paragonabile alle regioni del sud Italia.
- Non solo il clima favorevole ma anche l’ingegno umano ha creato le condizioni per fare di questa terra una regione del vino. I terrazzamenti valtellinesi, antichi testimoni della dura lotta dell’uomo con il territorio, sono ormai parte integrante del paesaggio. La Via dei Terrazzamenti, inaugurata lo scorso 26 ottobre 2014, è il percorso ciclo-pedonale che permette di scoprire le bellezze di questi luoghi.
- Sulla Via non solo vigneti a terrazza ma anche storia e cultura. Tra i luoghi imperdibili vi è Castel Grumello, un esempio di castelli gemini arroccati sulla cima di un colle, dai quali si domina la valle e l’intera città di Sondrio. A pochi passi il ristoro Castel Grumello offre cucina del territorio: dai pizzoccheri alla lombata di capriolo con taroz e polenta di grano saraceno; per concludere tris di semifreddi di castagne, fichi e uva.
- Il pernottamento è all’Hotel Centrale: solamente 20 camere per un 4 stelle semplice ed elegante. Come suggerisce il nome, l’albergo è in pieno centro storico, all’interno di una dimora d’epoca completamente restaurata.
- Da Tirano, il mattino seguente, si parte con il Bernina Express, 122 km di paesaggi incredibili sulla linea ferroviaria più alta delle Alpi, passando per la Valposchiavo, superando il passo del Bernina, a oltre 2.200 metri di quota, fino ad arrivare a Sankt Moritz.
- La Valposchiavo, gemellata con la Valtellina in questo percorso d’unione con lo Slow Train, è terra di confine e punto d’incontro di culture e lingue diverse. D’inverno la valle è perfetta sia per chi cerca la pace in un contesto alpino incontaminato, sia per gli amanti degli sport invernali: dalle escursioni con le racchette da neve allo sci di fondo fino allo snowkite sul Lago Bianco.
- Circondata dai ghiacci eterni delle Alpi, nella bella stagione la valle si riempie di profumi e colori. L’estate è il momento delle passeggiate a cavallo, del surf sul lago, delle escursioni in quota.
- Che la natura e la sua preservazione siano una priorità per gli abitanti della valle lo si comprende anche dal progetto “Valposchiavo, smartvalley verso il 100% BIO”, che prevede la valorizzazione della filiera agro-alimentare, con un obiettivo ambizioso: diventare la prima valle che produce solamente alimenti biologici.
- Il paese di Poschiavo raccoglie le numerose testimonianze della storia e delle tradizioni locali: dagli edifici d’epoca medievale ben conservati al polo museale Valposchiavo, dai palazzi ottocenteschi in stile veneziano alle eleganti vie del piccolo centro storico.
- Nella piazza principale si trova l’Hotel Albrici, primo albergo di Poschiavo e membro della Swiss Historic Hotels dal 2004. Nel suo ristorante è possibile assaggiare le specialità del territorio: dai Chisciöi alla Poschiavina su insalata di cicoria ai Capunet Poschiavini
- La pace di Poschiavo non significa isolamento. Il trenino rosso riparte e congiunge la tranquilla cittadina con la località top per il jet set internazionale: Sankt Moritz.
- Sulla via del ritorno, diretti a Milano a bordo dell’autopostale svizzero, una sosta in Valchiavenna è d’obbligo.
- La Valchiavenna non è solo paesaggi montani e buon cibo. Chiavenna e i suoi dintorni sono un’importante meta per viaggi di matrice storico-culturale. Da Palazzo Vertemate, dimora cinquecentesca ricca di tesori d'inestimabile valore, alla Pace di Chiavenna, manufatto d'oreficeria medievale conservato nel museo della cittadina.
- Il centro storico di Chiavenna, risalente al 500 d.C., è ricco di testimonianze storiche e particolarità architettoniche tutte da scoprire. Girando per il borgo, tra una vasca in via Dolzino e una visita alle case sul Mera, una tappa al Bar Mastai, per il miglior aperitivo di Chiavenna, è d'obbligo
- Chiavenna è famosa per i suoi Crotti, luoghi senza tempo in cui gustare le tipicità della zona. Al Crotto Belvedere ci si ferma volentieri: nessuno vuole perdersi i suoi gnocchetti di Chiavenna, le inimitabili costine al Lavecc e l'incredibile Violino di capra (nella foto)
- Finita la cena il tasso alcolico è oltre i limiti consentiti. Il Crotto offre ospitalità per la notte, così da permettere a chi volesse indulgere in un bicchiere in più, di poterlo fare senza remore. Noi, viaggiatori slow in rotta su Milano, che di remore davvero non ne abbiamo, svuotati gli ultimi calici e risaliti sul bus, abbiamo un unico pensiero in mente: i colori, i profumi e i sapori di queste magnifiche valli resteranno impressi nella nostra memoria per molto tempo. Almeno fino al prossimo viaggio Slow Train
Ivan Burroni
ivan@agendaviaggi.com