Casagrande e Recalcati approdano alla Leo Galleries di Monza, dopo mesi di lockdown. Non solo "vanitas" questa volta, ma cura e bellezza

Casagrande e Recalcati approdano alla Leo Galleries di Monza, dopo mesi di lockdown. Non solo “vanitas” questa volta, ma cura e bellezza

Scritto da Elena Borravicchio on . Postato in Appuntamenti, Cultura

Il duo artistico milanese offre una nuova visione, che pesca alle radici dell’isolamento e della fragilità con cui la pandemia ci ha messo faccia a faccia. Con il consueto gusto per il bello, portato ad una precisione metafisica, ma anche proponendo elementi nuovi.

Monza. Italia.
I comuni mortali, costretti per mesi in quarantena, si annoiano, si deprimono, tuttalpiù cucinano, i più arditi si spingono fino a studiare una lingua o riordinare a fondo casa. Ma gli artisti no, gli artisti in quarantena creano piccole meraviglie.

Sandra Casagrande e Roberto Recalcati, duo artistico dal 2004, inaugurano la loro seconda personale monzese alla Leo Galleries di via De Gradi, visitabile fino al 24 ottobre, con una personalissima riflessione sui mesi del lockdown intitolata Taking Care. Sordid details following. Dopo la bellissima mostra Ipervanitas del maggio 2019, gli artisti tornano a proporre alcune grandi tele “decorative”, sorprendentemente materiche e direi quasi carnose, soprattutto negli elementi nuovi, mai comparsi nelle opere precedenti, come le piante grasse e le prugne, ma anche piccoli quadri dallo stile e dal soggetto completamente diversi. 

Il nostro soggetto tradizionale sono i fiori, che decliniamo in soggetti e formati diversi. Il fine è puramente decorativo e non c’è nulla di negativo in questo: la decorazione è qualcosa che fa star bene le persone” ha spiegato Recalcati. “Le nuove opere raffigurano i frammenti della Pietà di Michelangelo presa a martellate da un pazzo nel famoso episodio del 1972, insieme ad oggetti di uso comune legati al tema del prendersi cura, così tipici di questo periodo: disinfettanti, compresse, siringhe – ha aggiunto Casagrande – Abbiamo fatto un lavoro di conservazione architettonica e valorizzazione dell’opera d’arte del passato: il singolo naso del complesso della Pietà non è meno importante dell’opera intera. Abbiamo scoperto una nuova bellezza nella distruzione, la bellezza della frammentarietà, di ciò che è fragile”.

Di fronte a vivide tele fitte di fiori e piante quasi tridimensionali Recalcati spiega: “Nel grande quadro perseguiamo l’astrazioneL’altissima precisione nel tratteggio di ogni dettaglio tende alla perfezione, il significato del soggetto si perde. Nella piccola dimensione il coinvolgimento dello spettatore è più emotivo; il rapporto si inverte: induce maggiore attenzione. Durante l’isolamento si dipingeva per il gusto di dipingere, come poteva avvenire ai pittori dell’Ottocento davanti alle nature morte, fino a che, a un certo punto, il soggetto non ha preso il sopravvento: nel nostro lavoro precedente il senso del soggetto lo avevamo sempre relegato in una posizione secondaria, gli davamo noi un’interpretazione; ora non più: era il soggetto stesso a imporsi con il suo senso”.  

Senso di cura, bellezza tanto della natura lussureggiante, quanto della rosa appassita, piena di morbidezza e struggente saudade poggiata a testa in giù, importanza del frammento, dell’unità fragile, staccata a forza dall’insieme…una riflessione profonda e suggestiva sul vissuto dell’emergenza Covid.

E sul finire una sorpresa: un piccolo quadro raffigurante un’antica edizione posseduta da Recalcati del Decameron, la raccolta di novelle declamate dall’allegra brigata che, nel corso della peste del Trecento, si rifugia sulle colline di Firenze. Un’opera di meta arte: anche i pittori, come i giovani protagonisti dell’opera di Boccaccio, sopravvivono alla pandemia rifugiandosi nell’Arte e traendone un antidoto per tutta la società.
Photo Elena Borravicchio

Elena Borravicchio

Elena Borravicchio

Torinese di nascita e monzese di adozione, avendo vissuto, nel mezzo, un pezzo di vita a Milano e uno ad Abu Dhabi, prende la vita con filosofia, come la sua laurea. Appassionata di sociale, educazione, teatro, danza e viaggi, non esce mai di casa senza penna e taccuino e pensa di non aver vissuto fino in fondo un’emozione se prima non l’ha trasferita sulla carta. Circondata di amici monzesi, ma soprattutto stranieri, si dedica con gioia alla sua famiglia e al mestiere di freelance.