Islam.
Foto piccola in alto, Donald Trump
Fino a gennaio a Padova è possibile visitare una grande mostra sul sogno americano, o sull’incubo americano, dipende su quali aspetti si sceglie di concentrarsi. Qui sono racchiusi diversi spunti di riflessione, a partire da un patriottismo ammirevole, a volte smodato, e diversi punti critici su cui riflettere e magari da risolvere. Il tratto iconografico in comune è la bandiera a stelle e strisce.
American Dream – Laurent Elie Badessi
Padova, Italia.
American Beauty non è un titolo scelto con leggerezza, né un riferimento al celebre film del 1999, né una dichiarazione di ricerca estetica. American Beauty è una varietà di rosa molto diffusa negli Stati Uniti, che ha la caratteristica di avere un fiore molto duraturo, ma un gambo che marcisce molto in fretta. Questa duplice realtà riflette in qualche modo la cultura e la società del Paese, che da un lato brillano nel sogno americano, dall’altro sono covo di enormi contraddizioni. Ecco ciò che questa mostra vuole portare al visitatore: la forte modernità culturale e l’orgoglio patriottico da un lato, l’ossessiva ricerca del potere, i conflitti sociali mai sopiti e il feroce imperialismo militare dall’altro. Gli organizzatori hanno cercato di allestire un racconto storico e antropologico degli Stati Uniti che rendesse conto di quante più realtà possibili. Eppure, 130 opere di 120 artisti sono quasi insufficienti allo scopo.
Il titolo è volutamente generico e inclusivo, perché ci sono così tanti aspetti e così tante manifestazioni che possono concorrere a rappresentare gli Stati Uniti degli ultimi cento anni. La bandiera a stelle e strisce è il fil rouge che collega tutti gli elementi. Dall’inizio alla fine tutto ruota intorno alla presenza e all’utilizzo di uno dei simboli più riconoscibili degli USA. E per raccontarlo sono state usate la fotografia e l’arte contemporanea, la politica e la società, i soldati e i bambini. Non potevano mancare esempi della prima corrente artistica pienamente americana: la Pop Art di Andy Warhol, ma anche la street art di Keith Harring e Banksy, che pur essendo inglese non si è mai sottratto all’occasione di mettere in evidenza questioni spinose ovunque sorgessero. Allo stesso modo sono stati inseriti scatti iconici di Robert Capa e Vivian Maier ed esempi di arte plastica e concettuale.
La mostra
La mostra è organizzata in cinque sezioni che vogliono dare conto di altrettanti aspetti della società americana. Si comincia subito con il patriottismo, una delle caratteristiche principali del popolo statunitense. L’immaginario collettivo vede immancabilmente una bandiera sventolare affianco alla tipica casa americana. Appena entrati si viene accolti da un’antica bandiera con 13 strisce e 13 stelle, ben presto superata quando l’aggiunta di nuovi stati impose di modificarla per includerli. L’inclusione è proprio uno dei valori fondanti della Stars and Stripes: 13 colonie originarie, ma 50 stelle per gli stati attuali. E questo sembra essere stato recepito chiaramente se si nota che tutti, di qualunque etnia, in qualunque circostanza, si aggrappano alla bandiera come se loro – o più spesso solo loro – fossero i portatori dei reali valori che rappresenta.
Le sezioni successive mettono in risalto invece alcuni degli aspetti più controversi della società e della cultura americane, a cominciare dal potere. Potere economico, con Wall Street e una bandiera fatta di dollari, ma anche predominio commerciale e conquiste scientifiche come l’allunaggio reinterpretato da Warhol, e peso politico, con alcuni dei presidenti più influenti e divisivi: Kennedy, Nixon, Trump e Bush mezzo nascosto in un fusto di petrolio. Poi i conflitti culturali, vera piaga sociale mai davvero affrontata, che coinvolge tutte le minoranze etnico-religiose. Storicamente i nativi americani furono le prime vittime, ma a loro si sono uniti tutti gli altri, neri, asiatici, latini, musulmani… Le marce di Martin Luther King, le proteste di Black Lives Matter più di recente sono solo due esempi. L’imperialismo, non in senso storico quanto militare, è il terzo grande tema critico: le drammatiche immagini dell’11 settembre anticipano la Normandia di Capa, Iwo Jima, i mutilati del Vietnam. In questa sala si trovano anche cinque grandi ritratti di militari in divisa bendati opera del fotografo francese Laurent Elie Badessi in risposta alle aggressive campagne di reclutamento attuate dal governo dopo la dichiarazione di guerra all’Iraq.
La mostra si conclude con un paio di sale dedicate alla sezione Una vita a stelle e strisce, che racchiude la quintessenza dell’attaccamento degli americani alla loro bandiera. La si trova spesso su abbigliamento e accessori, ma anche sulla biancheria da casa, sui teli che ricoprono auto e moto parcheggiate all’aperto, persino sui costumi da bagno. Con essa le persone esprimono la loro libertà e la determinazione, che sembra essere un tratto caratteristico dell’americano medio.
Foto Marta Covre
Centro culturale Altinate San Gaetano
INFO
American Beauty. Da Robert Capa a Banksy
A cura di Daniel Buso
Organizzata da Artika in collaborazione con Kr8te e Comune di Padova Assessorato alla Cultura
Centro culturale Altinate | San Gaetano, via Altinate 71, Padova
13 settembre 2023 – 21 gennaio 2024
Mercoledì, giovedì e venerdì: 10 – 13 e 14 – 19; sabato, domenica e festivi: 10 – 19; lunedì e martedì chiuso
Biglietto intero € 14,00, previste riduzioni.