Due borghi, due duomi, due logge, due storie, una città: Vittorio Veneto, ai piedi delle Prealpi trevigiane e delle colline del Prosecco patrimonio Unesco, conserva un’affascinante doppia anima tutta da scoprire
Vittorio Veneto, Italia
Ceneda e Serravalle sono i due borghi dalla cui unione è nata, nel 1866, la città di Vittorio Veneto. O meglio, la città di Vittorio, in onore di re Vittorio Emanuele II; Veneto venne aggiunto solo nel 1923, dopo la vittoria della Grande Guerra. Tuttavia, questa unione non ha cancellato una bonaria rivalità: il patrono è San Tiziano, celebrato a Ceneda, ma la festa più grande si fa per Santa Augusta, a Serravalle; a Ceneda si va al cinema e in biblioteca, a Serravalle si passeggia romanticamente sotto i portici e si va a teatro.
Ceneda
L’itinerario alla scoperta di Vittorio Veneto parte da Ceneda, a sud, storicamente legata all’autorità dei vescovi. Piazza Giovanni Paolo I è il cuore intorno a cui sorgono la settecentesca cattedrale di Santa Maria Assunta e San Tiziano, il seminario vescovile e l’antica loggia della comunità, che oggi ospita il Museo della Battaglia. Il reduce Luigi Marson, che raccolse i primi cimeli mentre combatteva sul Piave, lo fondò nel 1938 per tramandare la sua esperienza personale. Oggi questo importante museo è uno spazio moderno e interattivo capace di accompagnare il visitatore in una riflessione che va oltre i reperti esposti.
Salendo per via Brevia si raggiunge il castello di San Martino, ritiro privato del vescovo, da dove si gode uno splendido panorama sulla piana circostante.
Scendendo a valle dalla piazza si percorre viale della Vittoria, costellato di affascinanti ville liberty. Tra queste spicca villa Croze, oggi sede della Galleria Civica d’Arte Medievale, Moderna e Contemporanea, dove sono conservate opere di Palma il Vecchio e Gerolamo Induno. Continuando il percorso si raggiunge quindi il centro, dove sorge il municipio della nuova città. Di fronte ad esso si trovano il toccante monumento ai caduti, i giardini pubblici e la stazione ferroviaria sulla linea Conegliano-Ponte nelle Alpi.
Serravalle
Proseguendo verso nord si supera la torre dell’orologio, varco d’accesso meridionale nelle fortificazioni austriache, e si entra a Serravalle, storicamente sede del potere laico. Qui si respira un’atmosfera sospesa nel tempo tra le strette strade di sampietrini e gli imponenti palazzi porticati. Percorrendo via Martiri della Libertà si giunge a palazzo Minucci-De Carlo, la casa-museo dell’eroe di guerra e spia Camillo De Carlo. È un vero scrigno di tesori inattesi, rimasto intatto dopo la sua morte e ora aperto nei fine settimana, contattando la signora Rita, l’affabile custode.
Piazza Flaminio è il salotto buono della città, su cui affacciano i locali storici. Una lastra di vetro al centro della piazza apre uno scorcio sull’originale pavimentazione che si trova un metro circa sotto quella attuale, costruita sui sedimenti della terribile alluvione del 1521.
Al di là del ponte sul fiume Meschio si trova il duomo di Santa Maria Nova, che conserva una magnifica pala d’altare di Tiziano raffigurante la Madonna con Bambino in gloria tra i Santi Andrea e Pietro. Dietro il esso, una scalinata monumentale immette sul sentiero che conduce al santuario di Santa Augusta, da cui si gode un imperdibile panorama sull’intera città e sulla vallata. Questo sentiero è uno dei più amati dai vittoriesi e conduce alla meta in circa novecento metri di salita non faticosa. Sul lato opposto della piazza si trova invece il museo del Cenedese, ospitato nell’antica loggia della comunità di Serravalle. Vi sono esposte interessanti collezioni d’arte e in particolare un rilievo della Madonna con Bambino di Jacopo Sansovino, l’architetto della Serenissima.
Costeggiando la facciata del museo si sale per via Roma, si supera l’antica porta superiore crivellata di proiettili, uniche tracce di una battaglia in città, e si raggiungere, sulla destra, il portale d’accesso all’antico castrum romano, divenuto castello in epoca medievale. Infine, l’ultima tappa dell’itinerario porta alla cinquecentesca chiesa di Santa Giustina, all’estremità nord della città. Qui si trova l’imponente monumento funebre dell’ultimo signore di Serravalle, Rizzardo VI da Camino (ca 1300 – 12 settembre 1335), la cui morte senza eredi aprì la strada al dominio della Repubblica di Venezia.
Una curiosità
Sparse per la città sono visibili le opere d’arte contemporanea che un gruppo di artisti internazionali ha realizzato in occasione del centenario della Grande Guerra. Questa iniziativa è stata definita una chiamata alle arti, invece che armi, per celebrare la pace e l’amicizia tra i popoli europei.
Testo e foto Marta Covre