CONCLUSA TARTUFESTA 2018, Una kermesse che ha dato risalto soprattutto alla concretezza. IN MOSTRA IL TARTUFO BIANCO PREGIATO DEI COLLI BOLOGNESI, UNA VERA E PROPRIA ECCELLENZA NELLA GASTRONOMIA DELL’APPENNINO. Un’OCCASIONE per apprezzare la cultura e la gastronomia del territorio, scoprire un paesaggio inaspettato dove ci sono luoghi da visitare e vivere tutto l’anno.
Savigno, Italia.
Volevo raccontarvi di Savigno, piccolo borgo conosciuto in un mio recente viaggio, si trova in Val Samoggia, al confine occidentale della Provincia di Bologna. Una zona secondo il mio parere sottovalutata per quello che offre e per la spettacolarità del suo paesaggio collinare, dolce e selvaggio.
Savigno resta soprattutto Patria di “Tartufesta” la grande manifestazione (recentemente conclusa), dell’autunno sull’Appennino bolognese, con un protagonista d’eccellenza: il Tartufo bianco pregiato dei Colli bolognesi. Un appuntamento che ha visto la presenza di migliaia di appassionati da tutti Italia e anche dall’estero. Un successo grazie anche alla collaborazione di Bologna Welcome, che ha offerto ai partecipanti informazioni, assistenza e offerte.
Una kermesse che ha dato risalto soprattutto alla concretezza, una filosofia tipica di queste zone, che vanta il primato di possedere sotto la sua terra, uno dei migliori tartufi bianchi del nostro paese, ma che forse non tutti ne sono a conoscenza.
E’ stata un’occasione per apprezzare la cultura e la gastronomia dell’Appennino tosco-emiliano, scoprire un paesaggio inaspettato e le sue numerose iniziative collegate all’evento.
E proprio le iniziative sono state protagoniste di “Tartufesta 2018”: da TartuEventi degustazioni a cura dei produttori, mostre micologiche e fotografiche, convegni, incontri; TartuVisite visite guidate alla ricerca dei tartufi nei suggestivi boschi del territorio, con cani meravigliosi che vi faranno apprezzare il rapporto uomo/animale in tutte le sue dinamiche; TartuLibri piccole rapprasentanze delle numerose librerie locali e un interessante selezione di volumi a tema. Non poteva mancare TartuMenù tra le più seguite della manifestazione, che ha visto in primo piano i ristoratori della zona, con una proposta di prodotti del territorio ed uno speciale decalogo ad hoc. A questo link troverete un nostro articolo che anticipava la manifestazione Tartufesta 2018 http://www.agendaviaggi.com/tartufesta-2018-tra-gastronomia-tradizioni-e-cultura/ .
In questo “gustoso itinerario”, mi sono imbattuto in AMERIGO, aperto nel 1934, oggi alla terza generazione. Un indirizzo immancabile per i buongustai (che vi consiglio di non perdere se siete dalle parti di Savigno), un locale di lunga tradizione, che valorizza una cucina tipicamente emiliana. Inalterato il suo fascino nel tempo, dove all’interno risaltano imponenti scaffali dai toni scuri, dove si possono ammirare rare bottiglie di liquori, affiancati da vini con etichette ingiallite oramai dal tempo. Fanno bella mostra qualche manifesto d’epoca insieme ai lampadari vintage, un vecchia macchina del caffè e un ventilatore a pale, in un’affascinante atmosfera che richiama decisamente gli anni ’30.
Tra gli ottimi piatti, da non perdere le celebri “uova Amerigo ai due tartufi”, uno dei quali in camicia e impanato, adagiato su una base di porro e cosparso da tartufo nero pregiato. Per quelli che non amano il tartufo c’è l’imbarazzo della scelta a cominciare da grandi classici del territorio: salumi della casa di mora brada, tortellini in brodo, tagliatelle al ragù, coniglio all’aceto balsamico tradizionale di Modena. Ottima pure la cantina, uno su tutte vi segnalerei il pregiato Pignoletto.
La locanda di Amerigo si fa portavoce di un territorio e dei suoi prodotti d’eccellenza, una cucina che resta legata alle proprie tradizioni.
Un’altra tappa decisamente interessante è il Vigneto San Vito, poco distante dal centro di Savigno, può essere questa l’occasione per addentrarsi nei Paesaggi circostanti. Una collina che ci regala un’interessante storia, tempo addietro fu trovata la testimonianza di produzione vinicola (ottima a detta di esperti) risalente al lontano medioevo.
Una storia che ha affascinato Carola e suo marito Federico, tanto che nel 2005 hanno acquistato la tenuta vinicola San Vito. L’obbiettivo? Produrre vini che siano espressione del territorio, sfruttando le ottime qualità della terra per produrre vini il più naturale possibile, grazie ad una agricoltura esclusivamente biologica, attraverso la riscoperta di tecniche antiche. Per la cronaca vengono organizzate degustazioni dei loro vini.
Ma non solo, con la stessa filosofia sono coltivati gli orti i cui prodotti forniscono addirittura Eataly di Bologna. Un’altra curiosità, l’ottima mortadella prodotta dal loro allevamento di maiali della famosa razza “Mora Romagnola”.
Per chi non lo sapesse, è possibile pernottare, poche stanze di charme, in un’oasi naturale, poco distante da Bologna.
Adesso tocca a voi scoprire questi luoghi, un’occasione per vivere Bologna e il suo entroterra e proprio di questo territorio ne cantava Cesare Cremonini con il suo: “Ma quant’è bello andare in giro per i Colli Bolognesi…”,
Info: Bologna Welcome