Bologna, Italia.
BOLOGNA CITTA’ DI ACQUE TERMALI
Un viaggio nelle terme – quelle curative che attengono alla salute – e, contemporaneamente, nel well being. Possibile? Assolutamente si, in modo del tutto inaspettato, partendo dal centro di Bologna.
Fatto poco noto fuori del capoluogo emiliano, nel primo secolo d.C., l’imperatore Augusto costruì un impianto termale per gli abitanti di una città che i romani chiamavano Bononia (nomen omen…).
Arrivando ai giorni nostri, Bologna può vantare una rete privata di “acque della salute”, fatta da cinque complessi termali per un totale di 32 piscine (22 all’aperte e 10 coperte). Un mare.
E infatti sono il Mare Termale Bolognese, realizzazione del Gruppo Monti, composto da una serie di fonti diverse, a partire dalle più antiche, le Terme Felsinee, seguite dalle Terme San Petronio, dalle Terme San Luca, dalle Terme Acquabios e da un grandissimo complesso a un’oretta di macchina dal centro cittadino, nella valle del Sillaro. Il nome, Villaggio della Salute Più, suona vagamente medicale, i contenuti curativi sono infatti di grande professionalità, ma l’aspetto è decisamente ludico e rilassante.
«Il valore sanitario di queste acque è stato certificato dal Ministero della Salute e dalla Regione Emilia Romagna: l’acqua termale infatti è considerata un farmaco, e le terme sono strutture sanitarie che funzionano anche come poliambulatori in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale», spiega il prof. Antonio Monti, direttore scientifico del Mare Termale Bolognese e vera anima dell’intero Gruppo che porta il suo nome. «La certificazione scientifica di una fonte richiede almeno quattro anni di ricerche e studi che comprovino le virtù salutari dell’acqua».
Patologie del naso e della gola, delle vie respiratorie, dell’orecchio, artro-reumatiche e dermatologiche: molte cure, nei centri del Mare Termale, sono in accreditamento al Servizio Sanitario Nazionale. Ma scordatevi strutture ospedaliere, ambienti asettici e impersonali.
UN PARADISO DI BENESSERE GREEN
Bisogna invece inoltrarsi in una valle verdissima, quella del Sillaro, al confine fra Emilia Romagna e Toscana, con una qualità dell’aria doppia rispetto a quella normale a quell’altitudine, monitorata dall’Università di Milano e confermata dalle numerose lucciole che nelle notti brillano come sentinelle di salubrità.
Nel Villaggio della Salute Più, le 22 piscine termali e a idromassaggio degradano dal fianco della collina esposta al sole che guarda su un piccolo complesso formato da antiche case in pietra – le stanze dell’agriturismo diffuso e il ristorante – e un nuovo edificio, il centro delle cure termali.
Oltre all’acqua, che arriva da una fonte vicina al Dragone, un piccolo vulcano ancora attivo, passeggiando per i pendii a prato s’incontrano capanne nascoste nel bosco destinate alla cromoterapia, dove una voce guida nella meditazione per la stimolazione, ciascuna di un chakra specifico, altre dedicate alla cura del sale, iodato. Un interessante mix di medicina allopatica e di metodi di cura che si rifanno alle medicine e filosofie orientali.
Un vero paradiso dove ognuno può trovare la propria strada al benessere, per un giorno nell’Acquapark (una navetta porta qui dal centro di Bologna) o per un soggiorno prolungato. Essenziali ma confortevoli, le stanze sono in antichi casali ristrutturati. Ovunque si respira l’atmosfera della vita in campagna, e non a caso: si è nella proprietà agrituristica più grande d’Europa. Nel ristorante Sillaro, poi, si gustano le ricette della tradizione bolognese, preparate con i prodotti bio degli orti e dei campi di proprietà, e bevendo una birra termale molto dissetante.
LA PRIMA FITNESS VALLEY ITALIANA
Questo immenso complesso della salute sta oggi facendo da capofila di un sogno, condiviso da altre strutture, agriturismo, aziende agricole, trattorie, impianti sportivi della Valle del Sillaro. Quello di diventare la prima Fitness Valley italiana.
«La Valle del Sillaro è incontaminata dai processi urbanistici e industriali: qui non ci sono fabbriche e lo smog è quasi assente. Un territorio riconosciuto dalla Comunità Europea come “Sito di Interesse Comunitario” per la ricchezza della sua biodiversità. Un territorio, inoltre, con tre fonti di acque termali riconosciute dal Ministero della Salute», spiega Graziano Prantoni, General Manager del Villaggio Salute Più e futuro presidente della Fitness Valley. «Il nostro progetto è quello di integrare in una rete dedicata allo sviluppo sostenibile della Val Sillaro tutte le imprese green che ci sono e che fino ad oggi hanno operato singolarmente. Nel Villaggio della Salute Più nel 2017 sono transitate duecentomila persone. Desideriamo che in futuro queste persone escano dal villaggio e vadano alla scoperta della Val Sillaro e di tutte le sue realtà produttive dedicate al benessere. E il nome di questo sogno è Fitness Valley».
Nello scorso anno, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto firmarono un protocollo comune di lotta all’inquinamento, perché lo smog non si ferma ai confini fra le Regioni. «Lo sviluppo deve essere basato su ecologia, sostenibilità e turismo» ha commentato il Presidente della Regione Emilia Stefano Bonaccini. «A questo proposito vorrei ricordare che in Emilia-Romagna siamo passati da 45 milioni di turisti nel 2016 a 57 milioni nel 2017, e grazie alla cura che abbiamo sia per l’ambiente, sia per i prodotti alimentari, sia per i tesori culturali del nostro territorio, la guida Lonely Planet ha definito l’Emilia Romagna “Top Europe Destination 2018” ».
La Fitness Valley, nelle intenzioni dei suoi promotori, non richiamerà solo il turismo locale da Bologna, ma un turismo da tutta Italia, fatto da chi è sensibile alla sostenibilità ambientale.
Elena Bianco
elena@agendaviaggi.com